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"Sarebbe stato coraggio impiccarvi", intimidazioni al comitato per il "Sì"

Il gruppo anconetano per il "Sì" al referendum ha anche denunciato pubblicamente un episodio intimidatorio verificatosi domenica scorsa in piazza Roma, quando i ragazzi stavano andando facendo volantinaggio

Intimidazioni e minacce sulla pagina Facebook dei “Giovani CoraggioSì” di Ancona, il  comitato promotore locale per il “Sì” al referendum proposto dal governo Rezi e che si voterà il prossimo 4 dicembre. Il clima si fa incandescente anche ad Ancona. Al punto che proprio oggi è arrivato uno dei commenti peggiori sul social network: “I giovani se fossero coraggiosi vi avrebbero già impiccato” ha scritto un utente, che non é un ragazzo particolarmente esuberante, ma un signore la cui data di nascita indicata è il 1956. Insomma un uomo anche di una certa età. Nonostante tutto i giovani a favore del referendum proseguono la loro campagna elettorale mettendoci la faccia. E anche questo non è stato digerito da tutti perché solo qualche giorno fa un altro signore aveva dato ai ragazzi promotori del “Sì” un suggerimento: “Io non ce la matterei la faccia fossi in voi perché qualcuno potrebbe rovinarvela”. Insomma toni violenti, anche oltre la legalità perché non sarebbe neppure escluso che si possa procedere a querela per il reato di minaccia

Non solo su Facebook perché, sempre il gruppo anconetano per il "Sì" ha denunciato pubblicamente un episodio intimidatorio verificatosi domenica scorsa in piazza Roma, quando i ragazzi stavano andando verso il porto facendo volantinaggio con palloncini e le magliette che richiamano la loro scelta nelle urne. «Domenica mattina eravamo io e altri 3 ragazzi del comitato - ha detto Luca Bettini - Noi eravamo partiti da piazza Diaz e quando siamo arrivati in piazza Roma, c’era un dibattito sul tema del referendum del Movimento 5 Stelle. Non abbiamo neanche fatto in tempo a mettere piede in piazza che ci si è presentato un signore, penso fosse un organizzatore perché aveva ma maglietta dell’evento con il simbolo dei 5 Stelle, che ha iniziato ad urlare, intimandoci di levare qualsiasi simbolo che facesse riferimento al “Sì”, di non fare volantinaggio perché la piazza era la loro. Abbiamo provato a spiegare che il fatto che avessero l’occupazione del suolo pubblico non significava che non ci potessero passare altre persone e che comunque noi volevamo solo proseguire. Allora si è alterato ancora di più, ha detto che se non ce ne andavamo sarebbe finita male per noi e che ci avrebbe denunciato, poi è andato in direzione della Polizia e dei Carabinieri presenti in piazza. Siamo andati anche noi dalle Forze dell’Ordine per chiarire e il poliziotto ci ha confermato che potevamo tranquillamente passare senza fermarci a provocare, ma non è mai stata nostra intenzione».

Episodi che non fermeranno la campagna elettorale anche se «non si dovrebbe arrivare a questi livelli e la cosa che più di ci ha amareggiato è vedere come la stessa cattiveria che arriva sui social network si possa replicare anche nella realtà. Ci siamo rimasti male ma non ci facciamo intimorire».

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