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Sanità: rivoluzione “telemedicina”, arrivano le linee d’indirizzo nazionali

Prestazioni sanitarie "teleguidate" a distanza, monitoraggio dei malati cronici attraverso dispositivi che trasmettono al medico e a chi fa assistenza parametri clinici e biologici, e addirittura interventi d'emergenza da remoto: queste alcune delle promesse che potrebbero presto divenire realtà

Prestazioni sanitarie “teleguidate” erogate a distanza, monitoraggio dei malati cronici, soprattutto anziani, attraverso dispositivi che trasmettono al medico e a chi fa assistenza parametri clinici e biologici, e addirittura interventi d’emergenza più efficaci, anche nelle zone più isolate e impervie del Paese, grazie a strumenti tecnologici che consento agli operatori di tamponare l’urgenza da remoto. Sono solo alcune delle promesse della telemedicina, che ora hanno più chance di divenire a breve realtà in Italia, grazie alle Linee d’indirizzo nazionali, approvate poco più di un mese fa dalla Conferenza Stato-Regioni. Le opportunità offerte da questo documento sono state illustrate in una conferenza stampa, che si è tenuta oggi ad Ancona, presso il palazzo della Regione. Le Marche sono infatti una delle zone d’Italia nelle quali si vive meglio e più a lungo; per questo l’assistenza dei tanti anziani presenti nella regione è stata affidata anche alle telemedicina, con il lancio di numerosi progetti pilota.

“Il provvedimento approvato – spiega il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca -  è di straordinaria importanza perché, per la prima volta, vengono forniti indirizzi per una disciplina uniforme della Telemedicina nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, a fronte di numerose iniziative progettuali o sperimentazioni concluse ma non messe a sistema”.

“Le linee d’indirizzo nazionali sulla telemedicina sono un importante riconoscimento dello Stato centrale ai numerosi sforzi, profusi sul territorio, per rendere più efficace ed efficiente l’assistenza sanitaria, sfruttando al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie – afferma il professor Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva e Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. “La popolazione sta invecchiando rapidamente, e presto non ci saranno operatori sanitari e strutture a sufficienza per assistere tutti i nonni d’Italia: la telemedicina potrebbe utilmente sopperire.”

Italia Longeva ha l’ambizione di riuscire a cogliere le opportunità offerte dalle Linee d’indirizzo nazionali, diffondendo questo modo di fare assistenza a tutto il Paese, fino a sostituire persino la parola, ‘telemedicina’, con la dicitura più appropriata di ‘tecnoassistenza’: una presa in carico della persona integrata e adeguata alle sue esigenze, che consenta all’assistito e al servizio sanitario di sfruttare appieno i vantaggi della tecnologia. Ciò sarà possibile solo se si riuscirà a costruire un nuovo modello, raccogliendo in un gruppo di lavoro sinergico tutti i protagonisti del sistema.

“Italia Longeva – aggiunge Bernabei - è già impegnata in tal senso: le nuove Linee d’indirizzo sono soprattutto un incoraggiamento, che verrà raccolto in primis coinvolgendo nel progetto i medici di medicina generale e le cooperative, necessarie a sostenere questo modello. Perché la telemedicina si fa anche con i centri d’ascolto e gli operatori da remoto, oltre che con le tecnologie. In questo senso, nuove macchine e nuovo personale rappresentano ulteriori opportunità: per l’economia e l’occupazione”.

LE NOVITA'. Ma ecco quali sono, nel dettaglio, le novità introdotte dalle Linee d’indirizzo nazionali: “Il documento parla finalmente di rimborsabilità, da parte del Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di telemedicina – spiega il professor Sergio Pillon, direttore dell’Unità operativa dipartimentale di Telemedicina dell’A.O. San Camillo Forlanini di Roma –. Rimborsabilità in primo luogo ‘per analogia’: ad esempio un elettrocardiogramma sarà rimborsato, benché probabilmente a tariffe leggermente differenti, sia che sia eseguito in ospedale, sia che avvenga in remoto con uno dei moderni strumenti. Sono stati poi definiti i criteri di autorizzazione e accreditamento, da parte delle strutture sanitarie, per l’erogazione di prestazioni in telemedicina. E ancora, sono state individuate le modalità con le quali deve operare un servizio di telemedicina: criteri di efficienza e norme a tutela della sicurezza dei pazienti. Si tratta di standard che importano un valore aggiunto fondamentale, cioè l’interoperabilità fra i servizi di telemedicina regionali: in questo modo i servizi di successo sono replicabili, e le aziende che vogliano fare investimenti, per lanciare strumenti d’avanguardia, sanno che potranno offrire i nuovi dispositivi e i nuovi modelli in tutto il territorio nazionale. È poi previsto il monitoraggio, da parte del ministero, della concreta implementazione della telemedicina  a livello regionale; le Linee d’indirizzo prevedono addirittura che la realizzazione dei servizi di telemedicina possa formare oggetto di specifici obbiettivi per i direttori generali di Asl e ospedali. Infine il documento prevede, giustamente, che ‘a invarianza di costi’, gli investimenti effettuati dalle singole strutture per l’implementazione della telemedicina si possano ripartire sul budget di più anni: è il segno – conclude Pillon – che a livello centrale è stato recepito il valore aggiunto di questo modello di assistenza, che ha bisogno di qualche investimento iniziale, ma garantisce nel medio termine enormi economie di scala”.
Anche il professor Gianfranco Gensini, direttore del Dipartimento del cuore e dei vasi dell’A.O.U. Careggi di Firenze, vicepresidente della I Sezione del Consiglio superiore di Sanità, si è soffermato sulle potenzialità delle nuove Linee d’indirizzo nell’imprimere una rapida diffusione della telemedicina in Italia: “La telemedicina è una metodologia al servizio degli atti clinici. Nel momento in cui una di queste tecniche è ritenuta appropriata e quindi convalidata, può essere replicata e diffusa in tutti gli snodi del sistema sanitario: è questa la grande opportunità offerta dai principi contenuti nelle Linee d’indirizzo nazionali. Con il nuovo documento – conclude Gensini – potremo finalmente mettere a fattor comune le esperienze di maggior successo portate avanti in quest’ambito in diverse regioni; così sfrutteremo appieno, in modo organico e coerente, l’efficacia clinica e i benefici economici delle molte prestazioni che possono essere rese in telemedicina”.

“Il ministero della Salute ha tracciato un percorso chiaro per la telemedicina, ratificato anche dalla conferenza Stato-Regioni – riassume la professoressa Maria Carla Gilardi, direttore dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – questo percorso prevede la condivisione e la successiva diffusione, garantita dall’interoperabilità, dei numerosi progetti sperimentali portati avanti sul territorio. Tutto ciò nel quadro di principi generali, che sono contenuti appunto nelle nuove Linee d’indirizzo nazionali. Questo strumento è quindi la testimonianza di un percorso in fieri, nel quale il livello centrale mostra di apprezzare lo sforzo compiuto dalle strutture locali, e contribuisce a rafforzarlo fornendo una serie di direttive, tese al riconoscimento delle esperienze migliori e all’armonizzazione degli strumenti. Le linee di indirizzo vogliono dunque rappresentare uno strumento utile per le Regioni, le strutture del Servizio Sanitario, le specialistiche maggiormente coinvolte, con il supporto anche di Associazioni come Italia Longeva, per costruire insieme modelli che sappiano integrare regole, strumenti e professionalità, affinché la Telemedicina diventi una metodologia di assistenza diffusa nel Paese e concretamente fruibile dai pazienti”.

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