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Muse-Stabile: stop alla road map verso la fondazione unica

Stop alla fusione tra le fondazioni teatrali dei teatri Muse e Stabile, che a quanto pare non vedrà la luce entro settembre. Per il Comune di Ancona si aprirà una stagione di austerity per mettere i conti in sicurezza

Stop alla fusione tra le fondazioni teatrali dei teatri Muse e Stabile, che a quanto pare non vedrà la luce entro settembre. L’altolà, riporta il Messaggero, sarebbe partito dal sindaco Fiorello Gramillano nel corso della riunione del gruppo Pd: la fondazione unica, avrebbe spiegato, potrebbe mandare entrambi gli enti in liquidazione, mettendo a rischio anche i posti di lavoro.

Qual è il problema? La fusione si può fare dopo il ripiano dei debiti ma al momento – riporta sempre il quotidiano – sul piatto ci sono solo i 2,8 milioni messi a bilancio dal Comune di Ancona: la Regione Marche ha promesso (ma non stanziato) un altro milione, mentre nessun impegno preciso è stato sottoscritto dalle province di Pesaro e Ancona.
Domani intanto ci sarà un nuovo incontro con l’avvocato Luchetti, per capire se esiste la possibilità di un piano alternativo.
I soldi messi a bilancio da Palazzo del Popolo, avrebbe sempre annunciato il sindaco, dovrebbero comunque essere sufficienti per coprire l’operazione, ma si aprirebbe per il Comune di Ancona una stagione di austerity propedeutica alla messa in sicurezza dei conti, con tagli anche difficili il cui rebus è in mano all’assessore alle finanze Andrea Biekar.

Questa pietra di inciampo è un doppio problema, per i democrat: da un lato una fondazione unica (senza debiti) doveva essere la risposta ai dubbi contabili della Corte dei Conti sugli enti teatrali, e dall’altro era una delle due condizioni che il principale partito politico cittadino aveva chiesto a Gramillano di portare a casa prima delle sue dimissioni e delle elezioni anticipate (assieme ai conti del Comune in ordine).
 

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