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Sicurezza e bilanci i nodi discussi nel direttivo nazionale dell’Anci

«C’è grande preoccupazione. Presto vedremo il Presidente Conte. Anche sui bilanci dei comuni urge una soluzione» ha detto Mangialardi

Il direttivo nazionale dell’Anci ha posto il tema della sicurezza in cima all’agenda dei lavori diretti dal presidente Decaro così come la questione dei bilanci dei comuni. «C’è grande unità e compattezza nell’Anci che è l’interlocutore istituzionale più adatto per risolvere un problema che riguarda tutte le città e tutti i territori»  ha detto Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche e coordinatore nazionale dei Presidente delle Anci regionali al termine della riunione alla quale hanno preso parte anche i sindaci marchigiani Paolo Calcinaro, Romano Carancini, Guido Castelli e Matteo Ricci.

«Abbiamo ribadito che le norme vanno applicate ma che continueremo a lavorare per cambiarle perché c’è grande preoccupazione per la gestione di questi migranti e per la sicurezza nelle nostre città». L’Anci si siederà nei prossimi giorni al tavolo col governo per dirimere la questione. «Incontreremo presto il presidente Conte al quale esporremo la situazione che al momento non offre strumenti ai sindaci per evitare di avere dei senza-tetto per strade, sulle panchine e nelle stazioni. Occorrono dei correttivi che rendano gestibili queste situazioni prima che degenerino».

Anche la valutazione complessiva dei Comuni sulla legge di bilancio non può essere positiva. Dopo alcuni anni di assenza di tagli alle risorse comunali, rammarica fortemente che si torni al passato con tagli diretti che sembrano riguardare solo i Comuni. La grave stretta operata sulla spesa corrente deriva da un concorso di misure e previsioni negative. La preoccupazione si aggrava alla luce di alcuni dati di fatto che il Governo non ha voluto considerare: il comparto dei Comuni è quello che ha contribuito di più negli anni alle politiche di risanamento dei conti pubblici sia in termini assoluti che proporzionali, in rapporto agli altri livelli della PA. La spesa corrente dei Comuni si è ridotta sistematicamente dal 2010 (-7% senza considerare l’effetto dell’inflazione), lo stock di debito mostra un costante trend decrescente, il personale comunale si è contratto di circa il 15% in un contesto di nuove funzioni devolute, di riforme da attuare, di oneri burocratici a cui far fronte. La legge di bilancio è quindi sostanzialmente iniqua e introduce a sfavore dei Comuni una disparità di trattamento rispetto agli altri livelli di governo: prevede nuovi tagli e non restituisce le risorse sottratte da norme i cui effetti sono conclusi, come invece dovrebbe e come è accaduto per altri comparti oggetto delle stesse norme. Sembra venir meno un principio di eguaglianza istituzionale. Su questo ci confronteremo col governo e con il Presidente Conte.

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