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Servizi sociali: la Regione presenta le strategie per il 2012

Politiche sanitarie integrate a quelle sociali. Ecco la strategia del "Piano sociosanitario 2012-2014" approvato dalla Regione che mette al centro la famiglia

Sostenibilità, appropriatezza e innovazione sono le parole d'ordine del Piano sociosanitario 2012 -2014 che, per la prima volta, integra le scelte sanitarie con quelle di politica sociale. Si tratta di una strategia ben precisa, adottata dalla Regione sia per far fronte all'azzeramento del Fondo per il sociale da parte del governo nazionale, sia per adeguare i servizi ai bisogni di una società  dove le aspettative di vita si allungano e le necessità legate alla terza età aumentano.

In questo contesto, gli obiettivi principali, proposti dalla giunta e approvati dal consiglio regionale attraverso il Piano sociosanitario, sono il potenziamento delle strutture sociosanitarie, il sostegno alla domiciliarità e l'appropriatezza delle cure. "I servizi sociali - ha detto il presidente della Regione Gian Mario Spacca - sono un aspetto fondamentale e una priorità per il bilancio regionale 2012. In questo momento di difficoltà puntiamo infatti a difendere e rafforzare la coesione sociale della nostra comunità attraverso la protezione delle fragilità".

I fondi. Nonostante si sia registrato quest'anno un taglio drammatico dei fondi da parte dello Stato che fino allo scorso anno partecipava al 50% mentre ora non raggiunge neanche il 10%, la Regione ha riconfermato e in alcuni casi, come per il fondo per la non autosufficienza, aumentato le risorse. Su 113,7 milioni di euro solo 9 sono riconducibili allo Stato, tutto il resto è frutto degli stanziamenti e dei risparmi effettuati dall'amministrazione regionale. Ovviamente, in linea con l'azione di "spending review" in corso per tutto i settori, anche per i servizi sociali gli interventi sono effettuati con rigore e selettività e sono soggetti a severa verifica. "Il fondo per la non autosufficienza- ha evidenziato l'assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi - viene ricostituito e, anzi, aumentato, passando da 8 a 9 milioni di euro. E' questo un segnale molto importante che testimonia l'impegno e l'attenzione della Regione per il sociale che non viene smantellato, bensi` rafforzato. In particolare ha continuato Marconi - l'aumento di un milione, destinato all'assegno di cura da utilizzare da parte degli Ambiti Territoriali Sociali, va incontro all'obbiettivo di favorire la domiciliarietà sociale e di sostenere le famiglie che svolgono attività di cura in casa".

Marconi ha ricordato i progetti avviati, quali la scuola per genitori e l'inclusione lavorativa e sociale per i detenuti, e quelli per il 2012: la scuola di diritto e cittadinanza per i cittadini immigrati e l'istituzione del servizio civile regionale, fino alla Festa del lavoro disabile in programma a maggio a Loreto. "Un impegno regionale triennale - ha concluso Marconi - come previsto dall'apposito Piano, che comporterà al termine del percorso una verifica su quanto è stato realizzato e che verrà fatta con la collaborazione dei Comuni".

ServSociali-2Per quanto riguardale risorse per il Sociale, queste ammontano a 113,7 milioni di euro. Vengono conservate tutte le risorse del 2011 ed in alcuni casi, disabilità e non autosufficienza, è previsto addirittura un aumento di spesa per un totale di circa 113 milioni, ai quali vanno aggiunti altri 180 milioni circa, che i Comuni impegnano in compartecipazione sugli interventi regionali o in proprio, per loro specifiche iniziative. Va poi evidenziato che l'intervento statale che sarà impegnato nel 2012 raggiunge appena i 9 milioni di euro sul totale dei 113 milioni. Il bilancio sociale regionale è quindi in gran parte frutto di accantonamenti e residui, cioè prudenziali risparmi operati dalla Regione. Infine, ultimo qualificante punto riguarda il modo attraverso il quale i fondi regionali vengono distribuiti: solo 7 milioni in forma diretta per progetti e contributi da parte dell'ente Regione; 61 milioni trasferiti ai Comuni a beneficio di famiglie, disabili, anziani e strutture erogatrici di servizi; 44 milioni alle residenze protette per non autosufficienti finalizzate all'abbattimento delle rette a carico degli assistiti e delle loro famiglie.

La famiglia al centro. Particolare attenzione sarà  rivolta alla famiglia. Questa in quanto soggetto beneficiario centrale del welfare, viene presa in considerazione anche come soggetto attivo e sussidiario nell'assistenza dei minori, degli anziani e dei disabili. Quindi la famiglia insieme al Terzo Settore, attraverso il cosiddetto privato sociale, viene individuata come il fulcro della domiciliarità dei servizi secondo l'ovvia considerazione che chiunque, finchè può, preferisce essere assistito e curato in casa piuttosto che in una struttura. Ciò non significa che la famiglia deve essere lasciata sola in quest'opera ma vuol dire che va continuamente seguita attraverso la presa in carico dei suoi soggetti piu` deboli e una organizzazione fondata sull'integrazione dei servizi socio-sanitari (ospedali, ambulatori, assistenza domiciliare integrata).

Le novità organizzative. Il Piano sociosanitario per il sociale prevede una profonda riorganizzazione degli ambiti territoriali e sociali. Questo processo sara` il frutto di una attenta condivisione con gli enti locali volta a verificare la migliore organizzazione per l'erogazione di servizi condivisi e forniti in forma unitaria nei vari territori. L'obiettivo è semplice: riuscire con le risorse a disposizione, che non potranno più crescere, a dare servizi al maggior numero di persone evitando soprattutto duplicazioni e diseguaglianze. Verrà realizzato inoltre, un nuovo Testo Unico dei Servizi Sociali grazie al quale ripensare il welfare per evitare azioni di smantellamento selvaggio e di aggressione purtroppo gia` in atto e per assicurare cosi` la necessaria solidarietà ai più deboli in un contesto civile di garanzia e tutela dei diritti fondamentali. Ulteriore elemento di novità è rappresentato dalla volontà  di rivedere l'ISEE unitamente a quanto e` stato annunciato dal Governo e d'accordo con le altre Regioni. Prendere in maggiore considerazione il patrimonio e il carico dei figli sara` elemento di equita` e giustizia sociale ma anche la direttiva per perseguire l'obiettivo di un reddito minimo vitale che dovra` essere garantito alla famiglia sia attraverso la leva fiscale (più detrazioni) sia attraverso i normali canali di contribuzione e di assistenza (ad esempio assegni familiari o verifica dei benefici già  erogati).

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