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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ritardi riapertura centri diurni, Pergolesi (M5S): «Finalmente fatta chiarezza»

Così Romina Pergolesi, Vicepresidente del Gruppo Consiliare M5S Marche

«I Comuni di Falconara, Fabriano, Castelfidardo e Loreto non hanno programmato la data di riattivazione dei servizi come invece accaduto per tutti gli altri e la regione è estranea all’iniziativa di chi ha richiesto ai familiari di sottoscrivere una liberatoria per esonerare gli enti gestori da ogni responsabilità». Così Romina Pergolesi, Vicepresidente del Gruppo Consiliare M5S Marche.

«Ringrazio le associazioni Anffas (Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità) ed Angsa (Associazione nazionale Genitori Soggetti Autistici), i genitori ed i comitati per le segnalazioni che hanno consentito di fare chiarezza sulla responsabilità` in capo ad alcuni comuni che non hanno programmato ancora la riapertura di servizi essenziali per le famiglie dei ragazzi disabili e che evidenziano l'assoluta estraneità della regione riguardo le iniziative individuali di chi chiedeva ai familiari di sottoscrivere una liberatoria  contente una accettazione rischi e esonero da responsabilità con cui il richiedente sollevava il gestore e soggetto inviante da ogni responsabilità per rischio di malattia da contagio per l'attività prestata, con rinuncia espressa e preventiva ad ogni azione legale e/o risarcitoria, specificando che la riattivazione del servizio è svolto sotto la esclusiva responsabilità del richiedente per i servizi».

«Inoltre - conclude - dalla risposta alla mia interrogazione, si apprende che ai Comuni e ATS è stato affidato il compito di rimodulare con ASUR il corrispettivo della quota sanitaria della retta del Centro, ma anche il proprio corrispettivo relativo  ai costi di affidamento del servizio ed ente terzo tramite appalto già nella fase di chiusura. Su quest'ultima questione la regione ha sottoscritto un protocollo con il Sindacato e le centrali cooperative per l’applicazione dell’art. 48 del Decreto Legge 17/03/2020 n.18, con il quale si prevede la possibilità di retribuire ai gestori le prestazioni convertite in altra forma con quota parte dell’importo dovuto per l’erogazione del servizio subordinatamente alla verifica dell’effettivo svolgimento dello stesso, una quota per il mantenimento delle strutture interdette che, tramite personale, garantiscano l’immediata disponibilità delle stesse e il riconoscimento agli enti gestori di un contributo a copertura delle spese residue incomprimibili». 

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