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Ristorante al Faro del Cardeto, ok della Commissione ma l'iter non è finito

Trenta anni di concessione per 720mila euro di canone, per l'Agenzia del Demanio delle Marche si può fare ma serve un passaggio successivo

L'offerta economica della Artingegneria, azienda della provincia di Novara, per prendere in concessione il vecchio faro del Cardeto è congrua. La commissione esaminatrice ha promosso il canone annuo di 12mila euro per i primi 10 anni, 24mila per la seconda decade e 36mila per i restanti dieci offerti dall'impresa per un totale di 30 anni e ha fatto così terminare il primo step, quanto meno quello regionale, per l'assegnazione del bene demaniale alla ricerca di una nuova identità dopo anni di abbandono. L'idea è quella di realizzare un ristorante, diretto da un chef stellato, andando a intervenire con abbellimenti anche sull'area esterna. La procedura rientra nel progetto Valore Paese con il quale il demanio cerca di recuperare edifici in disuso come fari, torri e altri beni sulla costa di proprietà dello Stato. Strutture di pregio storico che, da bando, dovranno essere recuperate secondo anche i crismi dettati dalle Soprintendenze. 

Tutta l'offerta ora sarà girata al responsabile unico del procedimento e alla Commissione di Congruità che ne verificherà la convenienza economica. A quel punto, se tutto andrà per il verso giusto, l'aspirante concessionario sarà chiamato per la stipula del contratto. Cosa che dovrebbe verificarsi entro la primavera. Alla firma del contratto l'operatore avrà tempo fino a tre anni per realizzare il suo progetto di recupero. Oltre al faro, che risale al 1859, il lotto comprende la casa del fanalista e due piccoli locali interrati. L'ipotesi non piace per nulla al consigliere comunale Francesco Rubini che più volte è intervenuto contro quella che viene ritenuta una «privatizzazione di spazi pubblici».

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