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Case popolari: a Jesi per fare richiesta bisogna essere residenti da almeno due anni

Lo ha deciso il Consiglio comunale che, a larga maggioranza, ha approvato la mozione presentata dai consiglieri D'Onofrio e Torri per inserire questo limite temporale nel Regolamento. Accolto emendamento M5S

Per poter aspirare ad un alloggio popolare il richiedente deve essere residente a Jesi da almeno due anni. Lo ha deciso il Consiglio comunale che, a larga maggioranza, ha approvato la mozione presentata dai consiglieri D'Onofrio e Torri per inserire questo limite temporale nel relativo Regolamento. Lo spirito della mozione è chiaro: vi è una sentenza della Corte Costituzionale che definisce “non irragionevole” il requisito della residenzialità continuativa, ai fini dell'assegnazione.
Accogliendo un emendamento del gruppo consiliare 5 Stelle, il Consiglio comunale ha anche deciso di convocare entro due settimane una commissione consiliare specifica al fine di valutare i risvolti attuativi della mozione, da inserire all'interno della discussione più generale sul regolamento Erap e sulle linee guida “Emergenza abitativa e diritto alla casa”.

“Si tratta - spiegano i capigruppo della maggioranza Paola Lenti (JesiAmo), Alfredo Punzo (Patto per Jesi), Marco Giampaoletti (Insieme Civico) - di un provvedimento equo ed importante. Il fatto che anche due terzi dei consiglieri di minoranza lo abbiano votato o comunque si siano astenuti, dimostra come l'impostazione di un problema particolarmente sentito in città sia stata affrontata con equilibrio e senso di responsabilità, sfuggendo da qualsiasi deriva demagogica. Del resto la stessa Corte Costituzionale proprio recentemente ha rimarcato come le politiche sociali ben possano prendere in considerazione un radicamento territoriale ulteriore e che l'accesso a un bene di primaria importanza e di godimento tendenzialmente duraturo, come l'abitazione, per un verso si colloca a conclusione di un percorso di integrazione della persona presso la comunità locale e, per altro verso, può richiedere garanzie di stabilità che, nell'ambito dell'assegnazione degli alloggi pubblici in locazione, scongiurino avvicendamenti troppo ravvicinati tra conduttori, aggravando l'azione amministrativa e riducendone l'efficacia”.

Il Consiglio comunale ha anche deciso di interrogare gli organi regionali competenti al fine di verificare la fattibilità dell'introduzione di suddetto requisito nell'ambito dei Regolamenti di assegnazione degli alloggi di residenzialità pubblica, così come disposto anche dalle modifiche del titolo V della Costituzione.

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