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Ospedale, è polemica “alla messicana” sul punto nascite

La Regione accusa il Ministero ma viene criticata dal Comune. Il tutto parte dalla notizia data da Ceriscioli dell'intenzione ministeriale di chiudere

Tre pistoleri che si tengono reciprocamente sotto tiro. È lo stallo alla messicana che conosciamo dagli spaghetti western di Sergio Leone, poi ripresi da Quentin Tarantino. Situazione analoga, dove al posto delle pistole troviamo aspre critiche e comunicati stampa, avviene a Fabriano attorno al punto nascite dell'ospedale Profili. I tre: il presidente regionale Luca Ceriscioli, il sindaco Gabriele Santarelli e il ministro alla Sanità Giulia Grillo. Il duello è iniziato con Ceriscioli ad annunciare l'intenzione del ministro di chiudere il punto nascite. “Il Ministero della Salute ha chiesto alla Regione Marche di trasmettere l’atto formale di chiusura del punto nascita di Fabriano” dice Ceriscioli che attacca: “Chiudere questo reparto è un impoverimento per le comunità della nostra montagna. Dal governo ci aspettavamo un moto di sensibilità e attenzione per quella parte del territorio ma così non è stato”. Fabriano è stato al centro di un lungo contenzioso. Come numeri avrebbe dovuto chiudere (300 l'anno contro i 500 previsti per legge). Osimo ha fatto la stessa fine, per dire. Per garantire un presidio dell'entroterra ed evitare di partorire per strada (visti anche i problemi di viabilità per i cantieri della Quadrilatero) si era chiesta una deroga. “La Regione – conclude il presidente -, per garantire massima sicurezza a tutte le donne del fabrianese, attiverà immediatamente il ‘percorso della gestione della gravidanza’ già codificato in Asur. Gradualmente i parti da Fabriano andranno verso altre strutture su scelta della donna. Ginecologi e ostetriche che hanno seguito la donna la accompagneranno nell’ospedale prescelto. Su Fabriano rimarrà l’attività di gestione pre-parto e post-parto, quella ginecologica e l’assistenza pediatrica specialistica”.

Non ci sta il sindaco grillino Gabriele Santarelli. Che se la prende con il ministro della stessa bandiera, Grillo, annunciando l'intenzione di manifestare a Roma il proprio dissenso, ma “spara” anche su Ceriscioli. "La Regione non scansi le proprie responsabilita – dice il sindaco all'agenzia Dire - Il problema principale del Punto Nascita di Fabriano è la carenza di personale causata dalle scelte dell'amministrazione regionale. Ora mi attendo che il ministero riveda la decisione. Siamo pronti alla mobilitazione a Roma". Il primo cittadino prima, stigmatizza "il modo in cui il presidente Ceriscioli ha diffuso la notizia ossia tramite una nota stampa piuttosto che avvisare il sottoscritto come sindaco di una comunità. Il problema principale del reparto resta la carenza di personale certificata dalla stessa Regione nella richiesta di deroga. Concorsi sono stati fatti ma tutti per assunzioni a tempo determinato che non permettevano a chi è venuto a Fabriano di rimanerci. Senza contare che la deroga è stata chiesta quando era in carica il Governo Gentiloni, dunque, formalmente, è stato quello il primo esecutivo a non concederla. Stallo che potrebbe essere risolto dalla parlamentare Patrizia Terzoni. Anche lei attacca Ceriscioli ma, già che è a Roma, promette un intervento. "Il ministro?- annuncia all'agenzia Dire - non l'ho ancora sentito. Sta riguardando i parametri per rivedere il Piano nazionale sui Punti nascita e faccio fatica a credere che sia proprio così come ha detto Ceriscioli nella sua nota. Aspetto di vedere il documento, attualmente in possesso solo della Regione, prima di esprimermi". 

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