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Ordinanza spiagge, Rubini (AIC): «Decisioni arbitrarie e contro l’interesse pubblico»

Così Francesco Rubini, capogruppo Altra Idea di Città, riguardo la nuova ordinanza sulle spiagge del Comune di Ancona

«Da venerdì scorso compare sull’albo pretorio del comune di Ancona l’ordinanza n.2/2020 a firma dell’arch. Claudio Centanni avente ad oggetto l’utilizzo del demanio marittimo. Un’ordinanza che, oltre a confermare la scelta di garantire agli albergatori di Portonovo 40 posti in spiaggia libera, determina l’interdizione alle spiagge nella fascia oraria 21:00-06:00. Due decisioni che riteniamo non solo illegittime perché assunte con strumento amministrativo non congruo e in maniera non confacente alla disposizioni di legge ecalle direttive regionali, ma totalmente contrarie ad ogni interesse pubblico». Così Francesco Rubini, capogruppo Altra Idea di Città, riguardo la nuova ordinanza sulle spiagge del Comune di Ancona.

«Non si capisce infatti su che basi l’amministrazione comunale decida di non rispettare fonti del diritto superiori (legge dello Stato e ordinanza regionale n. 568/20 del 15 maggio 2020) e procedere in maniera arbitraria con scelte contro l’interesse collettivo. La regione, infatti, prevede la sola possibilità di concedere a privati tramite concessione temporanea, 25 metri lineari contenuti tra due spiagge in concessione ovvero di fasce di spiaggia libera confinanti con una singola concessione balneare per un massimo di 12 metri. Il Comune, invece, assegna, tra l’altro ai soli albergatori della baia con un’evidente elemento di discriminazione per chi ha una strutta ricettiva fuori da Portonovo, con una banale ordinanza dirigenziale porzioni di spiaggia libera senza ulteriori restrizioni e senza minimamente considerare le prescrizioni regionali. Ancor più lampante e senza senso è la scelta di vietare l’accesso al mare dalle ore 9:00 alle ore 6:00 quando la Regione invitata i Comuni a valutare la possibilità di chiudere gli arenili durante la notte ma nella sola fascia oraria 24:00 - 06:00. Quali sarebbero le ragioni di interesse pubblico, di sicurezza e di incolumità che fondano tali scelte in relazione all’andamento della pandemia e all’evoluzione del contagio? Perché garantire pezzi di spiaggia libera a privati albergatori senza uno straccio di concessione in barba a qualsiasi principio di giustizia ed equità? Perché blindare le spiagge di notte (tranne per i tavoli dei ristoranti...) quando non esiste alcun reale rischio di assembramento data l’ampiezza dell’arenile? Tralasciando le considerazioni politiche già espresse sulla concezione privatistica dei beni pubblici che contraddistingue questo amministrazione, si davvero fa fatica a comprendere la ratio giuridica di tali incredibili decisioni; ciò che appare evidente è la volontà dell’amministrazione comunale di agire con dei veri e propri abusi nei confronti della cittadinanza contro cui ci batteremo in tutte le sedi».

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