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Politica Falconara Marittima

Muro, il grande No della costa adriatica: le reazioni del giorno dopo

Plaudono i Comuni ma anche i gruppi consiliari di minoranza in Regione dopo il voto unanime dell’Assemblea contro la barriere fonoassorbenti

La più contenta forse è Stefania Signorini, sindaco di Falconara, che più degli altri colleghi in fascia tricolore ha saputo ampliare la protesta. Ma nel day after del voto unanime in consiglio regionale che ufficializza il supporto della Regione ai Comuni, qualsiasi decisione essi prendano in merito al progetto di realizzare barriere fonoassorbenti, come le chiama Rfi, o il Muro, con la M maiuscola per sottolineare l’imponenza e l’impatto che avrà sugli abitanti con le sue altezze fino a 9 metri, come l’hanno soprannominato i cittadini, sono davvero tante le prese di posizione di soddisfazione. Intanto il fronte del No, sempre più ampio, si allarga a Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro che, con il segretario generale Marco Pierpaoli, ha espresso preoccupazioni per «un muro non solo inquinante ma, soprattutto, renderebbe brutte e deprimenti le nostre città penalizzandole anche economicamente. Un intervento fortemente impattante che sarà causa di gravi danni paesaggistici e ambientali, penalizzerà il turismo e l’economia più in generale».

Qui Falconara: «Niente compromessi sulle altezza, non le vogliamo proprio»

«Ho ribadito il no all’opera e l’indisponibilità a scendere a compromessi sull’altezza delle barriere, che non vanno proprio realizzate. Una linea già espressa durante il Consiglio comunale aperto, che ha permesso agli amministratori contrari al muro di compattarsi». Il sindaco Signorini ha ribadito la sua posizione anche al tavolo convocato dalla vicepresidente regionale Anna Casini. Con Falconara anche Ancona,  Mondolfo, Porto Sant’Elpidio, Fermo e Cupramarittima hanno detto No a Rfi. All’incontro erano presenti anche i tecnici di Rfi, «ma le argomentazioni espresse – prosegue il sindaco Signorini – non sono sufficienti a modificare la nostra posizione». Dopo l’incontro gli amministratori falconaresi (insieme al primo cittadino c’era l’assessore all’Urbanistica Clemente Rossi) si sono fermati nell’aula del Consiglio regionale delle Marche per ascoltare il dibattito nato dalle sette mozioni presentate sull’argomento. Signorini e Rossi hanno affiancato i rappresentanti del comitato ‘No al muro, sì al mare di Falconara’, arrivati in mattinata per condividere la battaglia contro barriere.

5 Stelle: «Una vittoria del Movimento»

«Una vittoria del Movimento 5 Stelle» commentano dal gruppo regionale. «Ma soprattutto - si legge in una nota - ed è ben più importante, una vittoria dei cittadini, che potranno decidere – attraverso i rispettivi Comuni - se vogliono o meno le barriere di cemento e metallo lungo la ferrovia. Ieri sera, 19 febbraio, l'Assemblea Legislativa delle Marche ha approvato una risoluzione elaborata dalla consigliera regionale pentastellata Romina Pergolesi, in collaborazione con altre forze politiche, che impegna la Giunta Ceriscioli a «farsi portavoce, in tutte le sedi competenti, delle decisioni assunte da ciascun Comune marchigiano costiero, interessato dagli interventi di risanamento acustico previsti dal Piano redatto da RFI, così come risultano dai rispettivi atti inviati alla Giunta regionale stessa», nonché «a promuovere e sostenere, in ogni modo, il rispetto delle prescrizioni contenute nell’Intesa sul Piano degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore espressa dalla Conferenza Unificata il 1 Luglio 2004».

Nella risoluzione si sottolinea, appunto, che «gli interventi strutturali finalizzati all'attività di risanamento acustico devono essere  effettuati  da Rfi, come da decreto del Ministro dell’Ambiente 29 novembre 2000, secondo una scala di priorità, a partire dalla sorgente rumorosa». Si ribadisce, in sostanza, che bisogna rivedere il progetto, agendo prioritariamente su binari e materiale rotabile, prima dell'installazione delle barriere anti-rumore.  «Il Movimento 5 Stelle – evidenzia Romina Pergolesi - ha dimostrato ieri in aula cosa vuol dire fare politica a esclusivo beneficio dei cittadini. Per la prima volta nella storia di questa regione c'è la volontà unanime di chiedere a Rete Ferroviaria Italiana interventi direttamente sulla fonte del rumore e prevedere soluzioni alternative alle barriere, come già accade da tempo in altri paesi della Comunità europea». «In aula abbiamo ottenuto un grande risultato di partecipazione democratica, con il consenso di tutti, su spinta propulsiva del nostro Movimento – afferma il capogruppo M5S Marche, Gianni Maggi -. Tutto ciò che riguarda la riduzione dell'impatto acustico dei treni dovrà essere concordato con i cittadini, e con i Comuni che li rappresentano».

Fratelli d’Italia: «Programmare l’arretramento della linea ferroviaria»

«La tutela dall'inquinamento acustico è dato da vecchio materiale rotabile soprattutto treni-merci, non è in discussione, quello che si chiede è di concertare con Rfi soluzioni adeguate e tecnicamente avanzate che sfruttino le migliori tecniche possibili e che agiscano soprattutto sulle sorgenti del rumore così come definito anche da norme comunitarie e nazionali». Lo dice Elena Leonardi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. «Ho preso atto - continua la Leonardi - della volontà della Regione di tenere conto delle esigenze locali e delle istanze del territorio. Ho ricordato la necessità di aprire una discussione seria a livello nazionale sull'arretramento di alcuni tratti ferroviari della linea adriatica che mal si conciliano con l'esigenza di velocizzare la tratta sia per la tutela dall'erosione marina sia per lo sviluppo più organico e razionale delle città rivierasche e turistiche delle Marche, come Porto Recanati ad esempio. Auspico che al tavolo tecnico annunciato tra Regione e Rete Ferrovie Italia si possa discutere dei vari progetti con soluzioni diverse dalla realizzazione di un muro di 9 metri e recependo le istanze dei cittadini o dei consigli comunali che presenteranno specifiche osservazioni».

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