rotate-mobile
Politica

Grande Guerra, 3 militari ad Ancona che contribuirono a fermare gli austriaci: l'omaggio di Fdi

Viviamo in una città che è stata in prima linea, nel bene e nel male, per la vittoria della grande guerra ed è nostro dovere ricordarlo ai troppi concittadini che non ne sono a conoscenza» ha detto Eliantonio

Un tricolore e un manifesto sotto le loro targhe commemorative a Palazzo degli Anziani e alla Mole Vanvitelliana. Così i militanti di Fratelli d'Italia e di Gioventù Nazionale hanno omaggiato Emilio Bianchi (Palazzo degli Anziani) e i due finanzieri (Mole) che fermarono un'incursione austriaca in occasione dell'anniversario dei 100 anni della vittoria della Prima Guerra mondiale.

«Viviamo in una città che è stata in prima linea, nel bene e nel male, per la vittoria della grande guerra ed è nostro dovere ricordarlo ai troppi concittadini che non ne sono a conoscenza - ha detto Angelo Eliantonio, segretario comunale di Fratelli d'Italia - La nostra costa è stata decisiva per le incursioni navali contro la Marina austriaca, la prima vittima civile del conflitto fu un'anconetana, i Mas, le motosiluranti italiane, che affondarono la corazzata austriaca per il controllo dell'Adriatico salparono dal nostro Porto. La nostra storia è la nostra identità. Per questo, in occasione di una ricorrenza così importante, abbiamo deciso di ricordare l'anconetano Emilio Bianchi, medaglia d'oro al valor militare, che colpito da una granata e con la gamba amputata sul Carso continuava a sostenere i suoi commilitoni al grido di "Viva l'Italia" e i due finanzieri, Carlo Grassi e Giuseppe Maganuco, che impedirono l'azione austriaca contro i Mas ormeggiati al Lazzaretto».

«E' necessario celebrare il sacrificio dei 600 mila caduti al fronte che morirono per lasciarci quel che noi diamo per scontato, la libertà - ha proseguito Angelica Lupacchini, presidente provinciale di Gioventù Nazionale - Tutto questo corre il rischio di essere vanificato dalla globalizzazione che ci vuole senza identità, senza radici, tutti uguali. Oggi come ieri dobbiamo lottare in difesa del nostro tricolore».

Il piemontese e il siciliano che salvarono Ancona dal blitz: l'impresa di Carlo e Giuseppe

«La vittoria ci garantì qualcosa di ben più grande delle terre e delle città culturalmente, linguisticamente, identitariamente italiane per cui avevamo lottato. Il pericolo e la sofferenza condivisa nelle trincee ci fecero diventare Nazione, ha affermato Francesco Novelli, vicepresidente provinciale - La Patria da luogo dell’anima si fece Stato».

«Fu doloroso: la vittoria costò la vita soprattutto ai tanti che non avevano neanche trent'anni, ha ricordato Lorenzo Giovagnoni, dirigente comunale. Erano "i ragazzi del 99", erano giovani, erano studenti, lavoratori, avevano progetti, sogni e speranze, ma quando l'Italia li ha chiamati, sono diventati, per lei, soldati. L'Italia è una continua scoperta, l'Italia è bellezza, l'Italia è eccellenza, l’Italia è un dono che quei ragazzi del ‘99, combattendo, hanno fatto si che arrivasse fino a noi, hanno concluso i dirigenti. E noi non dobbiamo dimenticarlo mai. Gli Eroi, anche anconetani, ci hanno donato l'Italia. A noi il compito di difenderla e amarla per sempre».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Grande Guerra, 3 militari ad Ancona che contribuirono a fermare gli austriaci: l'omaggio di Fdi

AnconaToday è in caricamento