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Lupi e cinghiali, la rabbia della campagna sfila davanti alla Regione

Circa 2.000 imprenditori agricoli davanti a Palazzo Raffaello, ma è tregua con la Regione dopo l'apertura della Giunta: via ai rimborsi e nuove regole per fronteggiare i danni

Lo sblocco delle risorse bloccate per i danni da cinghiali per il biennio 2014/2015. E il superamento del limite di 15mila euro oltre il quale la Regione temeva l'infrazione europea come aiuti di stato alle aziende private. Due elementi che suggellano non la pace ma almeno una tregua e il via al dialogo tra Regione Marche, agricoltori e allevatori. Questi ultimi in presidio, oltre 2000 persone chiamate da Coldiretti, davanti alla cittadella del governo regionale. Con i trattori a bloccare via Michelangelo. E le note di "Attenti al lupo" di Lucio Dalla nelle casse. Già perché oltre ai cinghiali, sono anche i lupi a mettere i pensieri al comparto. Manifestazione di rabbia rovente come il sole a picco della mattinata anconetana. «Questi attacchi rendono impossibile il futuro per noi giovani agricoltori» denuncia Elisa, agricoltrice marchigiana. «Il mio povero cane è morto questa mattina per la burocrazia perché dicono che a 9 anni è troppo vecchio per badare un gregge di pecore. Sono solo cavilli per non pagare quanto dovuto» le fa eco un altro allevatore riferendosi al regolamento regionale che fissa tutta una serie di prescrizioni (età, quantità e razza dei cani da pastore, altezza dei recinti) per stabilire se si è fatta prevenzione o meno compatto gli attacchi. Con il risultato che «la Regione dice che sono diminuiti gli attacchi - denuncia Enzo Bottos, direttore Coldiretti Marche - quando la realtà è che sono aumentati coloro che rinunciano a denunciare per poi affrontare una via crucis burocratica». 

Tuttavia qualcosa si sblocca. La giunta regionale, in riunione ai piani alti di Palazzo Raffaello, delibera importanti novità. L'assessore Moreno Pieroni scende attorno alle 11 per incontrare 90 delegati dell'associazione. La giunta ha deliberato i rimborsi per gli anni 2013, 2014 e 2015. Procedura più snella con gli Ambiti Territoriali di Caccia che, anziché chiedere tutta una serie di autocertificazioni ai danneggiati, si faranno bastare la Banca dati regionale sulle attività agricole. Per il 2016 viene eliminato il tetto massimo agli aiuti, fissato in 15mila euro in tre anni. Fino a quella cifra non ci saranno problemi. Sopra si cercherà un accordo bonario tra privato ed Ente pubblico. Questo per quanto riguarda i cinghiali. Sui lupi, invece, la Regione ha fatto dietrofront (spinta dalla sconfitta al tar del quale sono state recepite le sentenze) rispetto alle richieste di restituzione delle somme sopra i 15mila euro. «La delibera è subito attiva - ha detto Pieroni - e domani incontreremo gli Atc. Nel frattempo prosegue anche il confronto con l'Unione Europea e il confronto con le associazioni di categoria anche rispetto alla vostra proposta di legge». Pdl sul contenimento della fauna selvatica che, secondo Bottos «non serve per avere soldi ma per non avere più danni. È questo che vogliono gli imprenditori. La situazione di lupi e cani inselvatichiti è scandalosa. Da marzo 2016 sono arrivati centinaia di dinieghi perché manca un cane o la rete è più bassa di un centimetro. E non è questione di Ue o Mipaf». Sul punto l'impegno della Regione è quello di rivedere le 117 pagine del contestato regolamento. «Un passo avanti importante rispetto a una serie di atti che avevano letteralmente incendiato le nostre campagne – commenta il presidente di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante -. Ma dobbiamo ricordare che, fermo restando il sacrosanto pagamento dei danni alle aziende, l’obiettivo comune deve essere quello di risolvere una volta per tutte il problema, fermando la quotidiana devastazione delle nostre campagne e dei nostri allevamenti».

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