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IMU: il PD di Ancona scrive una lettera aperta

Il segretario provinciale Lodolini: “Siamo l’unico paese d’Europa in cui un Sindaco è costretto a chiedere più tasse, a dare meno servizi e a pagare in ritardo i fornitori per rispettare il Patto di Stabilità”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

“Scade oggi il pagamento della prima rata dell’Imu. L’occasione torna utile per avanzare qualche riflessione e qualche proposta. A partire dal ristabilire una verità. L’imposta fu voluta da Bossi e Berlusconi. Dopo l’abolizione dell’ICI per tutte le abitazioni principali, che  ha evidentemente ridotto i margini di autonomia finanziaria dei Comuni, il governo Berlusconi ha introdotto un nuovo regime di imposizione patrimoniale immobiliare, nell’ambito dei provvedimenti attuativi della legge-delega in materia di federalismo fiscale (legge n. 42 del 2009). Con il decreto legislativo sul federalismo municipale, n. 23 del 2011, si è infatti disposta l’entrata in vigore, a decorrere dal 2014, di una nuova imposta – l’IMU.

Seconda considerazione. La crisi economica e sociale ha fatto si che si aggravasse in questi anni e aumentasse la domanda di aiuto che i cittadini rivolgono ai Comuni. Ma la capacità degli Enti Locali di dare una risposta efficace a questa richiesta è stata compromessa dal combinato disposto tra tagli dei trasferimenti statali e i vincoli scellerati del Patto di Stabilità.

Alcuni dati. Nel 2010 lo Stato trasferiva ai Comuni tredici miliardi e cinquecento milioni di euro, compreso il rimborso ICI sulla prima casa. Nel 2012 si stima che i trasferimenti statali raggiungeranno appena sei miliardi di euro. Una differenza che graverà sui cittadini, in termini di tagli ai servizi e di nuove tasse.

La questione del Patto di Stabilità è figlia invece di regole fuori dalla razionalità. I Comuni che avrebbero risorse in cassa devono pagare i fornitori in ritardo per rispettare il vincolo sulle uscite imposto dal Patto. Siamo l’unico paese d’Europa in cui un Sindaco è costretto a chiedere più tasse, a dare meno servizi e a pagare in ritardo i fornitori per rispettare il Patto di Stabilità. E le aziende, in quelle che operano nell’edilizia, ma non solo quelle, guardano con preoccupazione al proprio futuro perché è il loro presente a essere messo in discussione. Per queste motivazioni lo scorso 18 maggio insieme ai nostri Sindaci siamo andati dal Prefetto

Il malessere dei Comuni affonda le sue radici in scelte che in gran parte sono state prese da Governi precedenti, compresi quelli di centrosinistra, a quello attuale. Eppure il disagio nei confronti del Governo si è fatto più forte nei confronti del Governo Monti. Serve per i Comuni una maggiore autonomia nelle proprie scelte. È esattamente ciò che gli nega l’attuale Patto di Stabilità. Lo stesso vale per l’introduzione dell’IMU. Costringerà i Comuni a chiedere ai cittadini complessivamente nove miliardi in più, senza nemmeno poter trattenere questo gettito, che viene infatti trasferito in gran parte allo Stato.

Qui sta il punto. Qui sta l’errore. I Comuni vanno considerati una risorsa e non un problema. Per far ripartire dai territori l’economia e rimettere in moto l’Italia. Dunque, le proposte. A partire dal prossimo anno, il Governo dovrebbe impegnarsi a lasciare integralmente l’IMU ai Comuni. E alcuni spiragli, da questo punto di vista, nell’ultimo incontro tra Anci e Governo cominciano ad intravedersi. Va soprattutto modificato il Patto di Stabilità, introducendo un meccanismo più meritocratico. Serve un nuovo patto tra Stato e Comuni. Se vogliamo uscire davvero dalla crisi, questa è la strada da percorrere, tutti assieme.”

Emanuele Lodolini
 

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