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Jesi, città di pace. Bartolucci (Pd Articolo Uno): «Non si tratta di pretendere la resa dell’Ucraina»

Anche quest’anno, come da tradizione, il 6 gennaio, Jesi è scesa in piazza per la Pace

JESI - Anche quest’anno, come da tradizione, il 6 gennaio, Jesi è scesa in piazza per la Pace. «Condivido sia le parole del Sindaco, per il quale "Jesi è e sarà sempre una città di pace e per la pace", sia quelle di El Mostafa Drissi, coordinatore della Consulta per la Pace, secondo il quale "festeggeremo nel giorno del cessate il fuoco in Ucraina". Ora, in virtù di questo, occorre riflettere su quanto sia importante, per il nostro tempo, la questione della Pace. Dopo diversi anni, l’Europa è tornata a misurarsi con la tragedia della guerra». Lo dichiara in una nota Filippo Bartolucci, consigliere comunale Pd Articolo Uno.

«Partiamo da un presupposto senza il quale nessuna discussione può avere campo: l’aggressione di Putin non ha giustificazioni. Tuttavia, se il ruolo dell’Europa è solo il supporto bellico significa che nel nostro continente non vi è più un’idea di Pace. In questi mesi abbiamo sfiorato diverse volte il conflitto nucleare, allora occorre fare uno sforzo, affermando, come dice la nostra Costituzione, che la guerra non deve essere “il mezzo di risoluzione di controversie internazionali”. Stare dalla parte della Pace non si tratta di pretendere la resa dell’Ucraina, come una certa parte politica, tendente a destra, afferma. Battersi per la Pace significa pretendere un futuro che respinga l’utilizzo delle armi come soluzione. Si è scritto che la politica ha un senso se riesce a coniugare la realtà con l’utopia. E allora lottiamo per costruire un mondo nuovo: giustizia, progresso, pace!».

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