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L’IDV sul digitale terrestre: tutelare le emittenti locali

I dipietristi chiedono un piano di assegnazione frequenze completo e puntano il dito contro Rai e Mediaset: a loro frequenze a costo zero, ci si potevano fare 2 miliardi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

L’Italia dei Valori, sempre vicina ai problemi reali di cittadini e imprese, era già intervenuta sulla delicata questione del passaggio al digitale e delle serissime difficoltà che si presenteranno per le tv locali, e continua a farlo.

Dopo l’interrogazione urgente alla Camera del gruppo e dell’on. Favìa, IDV continua a lavorare anche nelle Marche per proporre soluzioni e cercare di risolvere nel migliore dei modi questa problematica tanto cara alle numerose emittenti locali sul territorio che non sanno ancora che fine dovranno fare: perderle sarebbe davvero un duro colpo per l’economia locale e per il diritto di tutti i cittadini ad avere libertà e pluralità d’informazione.

Il pluralismo dell'informazione è fondamentale per la nostra democrazia e per lo sviluppo sano e critico delle coscienze e delle menti di oggi e di domani.
Nel nostro Paese, però, questa possibilità di scelta è sempre più a rischio e per questo stiamo intervenendo anche localmente per presentare emendamenti alla proposta di legge regionale sulla scorta delle osservazioni fatte dalle stesse emittenti locali.
Vorremmo quindi, in primo luogo, che la Regione individuasse come tassativo il fatto che non venga apportata alcuna modifica agli impianti esistenti (soprattutto per quanto riguarda le frequenze di emissione).

La legge di semplificazione e quindi i cambiamenti, secondo noi, devono avere effetto solo quando sarà presentato alla nostra Regione un piano di assegnazione frequenze completo di tutte le convenzioni e liberatorie internazionali relativamente alle frequenze riservate alle emittenti locali.
Infine siamo convinti che lo switch-off avverrà perfettamente e senza disagi per il territorio solo se se il quadro radioelettrico non verrà modificato.

Tutto questo per essere certi che la pianificazione sia equilibrata e non viziata da interessi particolari, contro i quali ci siamo battuti anche a livello nazionale, considerando che le associazioni di categoria delle tv locali da tempo denunciano l'esproprio subito dei canali dal 61 al 69 che appare di dubbia legittimità, soprattutto perché a fronte di un indennizzo veramente irrisorio.
È inammissibile che tale operazione avvenga ad esclusivo carico delle emittenti locali, mentre a Mediaset e Rai non viene chiesto alcun tipo di sacrificio, e anzi vengono loro assegnate, di fatto, 6 frequenze a costo zero grazie a un discutibile bando emanato dal Ministero dello sviluppo economico.

La cosa ci lascia sbalorditi considerando che, invece, l'effettuazione dell'asta pubblica per l'assegnazione delle predette 6 frequenze potrebbe produrre un introito stimato da 1 a 2 miliardi di euro, qualora le condizioni di gara mirino ad assicurare la massima valorizzazione economica delle frequenze da assegnare.
Italia dei Valori intende quindi capire se e quali iniziative il Governo e la Regione Marche intendano assumere affinché la riduzione delle frequenze televisive non avvenga ad esclusivo carico delle emittenti locali e affinché sia incrementata l'entità delle misure compensative finalizzate a promuovere un uso più efficiente dello spettro destinato alla diffusione di trasmissioni in ambito locale.

Dante Merlonghi

David Favìa

Paola Giorgi

Paolo Eusebi
 

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