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Elezioni regionali Marche 2015

Regionali 2015, Nichi Vendola ad Ancona: «Nelle Marche va in scena un cabaret»

Mentrasti attacca il candidato grillino Gianni Maggi. «Il candidato presidente Gianni Maggi ha la battuta popolare molto pronta, ma è meno preparato dal punto di vista della elaborazione programmatica e ci pare che abbia problemi sulla capacità di governo»

«E’ importante piantare il seme della sinistra nelle Marche dove sta andando in scena un cabaret. Da una parte il presidente immagine del Pd che è candidato del centrodestra: Spacca. Dall’altra la sedicente coalizione di centrosinistra che ha Udc e pezzi di Forza Italia dentro. Poi c’è Altre Marche con un candidato con una storia limpida e coerente come Edoardo Mentrasti». Sono le parole del leder di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola, arrivato ieri in piazza Roma ad Ancona per lanciare la lista Altre Marche e il suo candidato Presidente Edoardo Mentrasti. La stessa piazza che domenica era stata consacrata al Movimento 5 Stelle, quel MoVimento con cui la sinistra radicale condivide alcuni punti programmatici, vedi il reddito di cittadinanza. Possibile un’intesa nelle Marche? «Il candidato presidente Gianni Maggi ha la battuta popolare molto pronta - attacca il candidato Edoardo Mentrasti - Ma è meno preparato dal punto di vista della elaborazione programmatica e ci pare che abbia problemi sulla capacità di governo».  Reddito sociale? «Noi siamo stati i primi ad avanzare quell’idea nella scorsa legislatura». 

Insomma Altre Marche andrebbe anche d’accordo con il Movimento 5 Stelle su alcuni punti, ma il problema non si pone. La sinistra resterà autonoma e il Movimento 5 Stelle ha ribadito più volte come il 31 sarà una scelta tra loro e il resto e in quel resto c’è anche Altre Marche. Avanti allora con la piazza per Nichi Vendola, che ha parlato dal palco a qualche centinaio di persone arrivate per ascoltarlo. Sotto gli occhi dei lavoratori in protesta della Isa, che hanno esposto uno striscione: “Costruiamo yacht, stelle del mare. Siamo la nautica del lusso consegnati al tribunale. Vogliamo lavorare”. Davanti a loro a tante altre persone, ha parlato di tutto Vendola: scuola e lavoro. Soprattutto quest’ultimo. «Ci vorrebbe un governo capace di fare politica industriale e invece abbiamo un premier che teorizza che non spetta al pubblico dare indirizzi di politica industrial, che ha definito fantastico l’arrivo della Whirlpool che comprava il gruppo Indesit mentre licenziava 2mila lavoratori». Eppure dopo il Job Act non è forse vero che sono arrivati 48mila nuovi di lavoro fissi ad Aprile? Per non parlare di tante aziende già pronte ad assumere una volta garantito l’accesso agli sgravi e agli incentivi. «Noi dobbiamo aspettare la trimestrale dell’Istat perché in molti casi vengono conteggiati i singoli contratti, cioè un ragazzo che fa 5 lavori viene conteggiato come 5 posti di lavoro - ha ribattuto il leader di Sel - Io vedo anche 1 milioni di persone papà e mamme disoccupate». Sulla scuola ha ribadito forte e chiaro come ci sia un muro di gomma del governo. Un muro su una questione così importate per cui Vendola in piazza, come in altre d’Italia, ha lanciato la sua contromossa: raccogliere le firme per  un referendum abrogativo. E poi ha parlato del popolo della sinistra, quella sinistra che da troppo tempo non parla più di qualcosa che oggi più che mai è valore fondante di chi si ritiene di sinistra: disarmo. Disarmo di fronte alle multinazionali delle armi, alle lotte di potere della geopolitica che stanno scaldando i muscoli e di cui si sta facendo finta. 

Poi torna Mentrasti a parlare di regione. Marche che non è più come isola felice, che si sviluppa con contraddizioni e squilibri sociali. Con un Pil rimasto indietro più che proporzionalmente rispetto a quello nazionale. E allora si deve agire sulla sanità per curare le liste di attesa esorbitanti, riducendo quel sistema per cui ormai negli ospedali si va direttamente dal privato a colpo sicuro: si paga il triplo e si ottiene la visita subito. E la sanità pubblica che fine fa? Mentrasti partirà da lì. 

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