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Elezioni Comunali 2013

Comunali 2013: intervista al candidato sindaco del Pd, Valeria Mancinelli

Avanti con le interviste a tutti i candidati sindaco per Ancona. Sentiamo che cosa hanno da dire su temi come l'Imu, il degrado e il rilancio di Ancona capoluogo. La parola questa volta a Valeria Mancinelli

Valeria Mancinelli diventa sindaco. Che cosa farebbe subito nei primi 100 giorni di governo?

“Allestire il cantiere. Nel senso che, siccome qui si tratta di mettere in moto la macchina comunale per fare tante cose, la prima cosa che si deve fare è allestire un buon cantiere. Questo dobbiamo fare nei primi 100 giorni.”.

Sicurezza e integrazione. Come si muoverà lei?

“Quì non si tratta di inventare niente di particolare. Prendendo le migliori esperienze che ci sono in giro. Da un lato c'è un problema di interventi mirati per quanto riguarda anche la sorveglianza, che sono progetti approvati per l'istallazione di telecamere in punti nevralgici della città e in punti particolarmente a rischio. Su questo non c'è dubbio. Credo che più in generale vada fatta una campagna per il rispetto delle regole, che non riguarda solo la così detta microcriminalità, ma anche per esempio gli schiamazzi notturni, le molestie, insomma l'andar fuori dalla righe che segna diversi momenti della convivenza della comunità. Quindi da un lato sorveglianza, dall'altro campagna per il rispetto delle regole. E questa è una questione. Poi l'integrazione è una questione altra, non è un'appendice della sicurezza. Per il problema dell'integrazione tra vecchi e nuovi anconetani bisogna continuare a fare quello che in parte si è già fatto, cioè promuovere tutte le occasioni per lo scambio di esperienze, conoscenze le culture perchè i quartieri siano in qualche modo valorizzati. Per esempio il fatto che tra Piano, stazione e Archi ci sia la presenza di 100 nazionalità diverse, oltre che essere un problema di abitudine a convivere, può diventare una ricchezza”.

Lei ha detto “ continuare a fare quello che in parte si è già fatto”, ma non pensa che la città stia andando verso uno squilibrio etnico e culturale, fatto di scuole e quartieri di soli stranieri, che andrebbe fermato?

“Ma questo è un problema che c'è e non c'è solo in Ancona. C'è in tutte le città e tutti i paesi dove ci sono intensi flussi migratori. Certo che va in qualche modo favorita la possibilità che non ci sia una concentrazione di stranieri in luoghi della città e gli anconetani in altri luoghi, ma su  questo  non è che il comune possa più di tanto fermare questi fenomeni. Quello che si può fare è rendere vivibili e far uscire dal degrado tutti i quartieri. O pensa che dovremmo requisire quelle case degli italiani che affittano agli stranieri?”

No, però non si potrebbe pensare a delle politiche abitative che favoriscano la convivenza delle nuove generazioni?

“Ma questo certo. Questo già avviene, nel senso che ci sono quartieri in cui c'è presenza di stranieri e anconetani. Ci sono quartieri in cui si inseriscono gli uni e gli altri, poi certo ci sono migliaia di anconetani che affittano case ad altrettanti migliaia di stranieri e su quelli non si può impedire di mettere in affitto le case”.

Come ripartire per rilanciare Ancona come capoluogo?

“Ancona capoluogo non deve rivendicare stizzosamente un titolo nobiliare che gli altri non gli riconoscono. Deve svolgere un ruolo che sia ritenuto utile nel resto del territorio e quindi Ancona deve diventare alfiere del superamento dei campanilismi e localismi in tutti i settori: dai servizi pubblici alle attività culturali alla pianificazione urbanistica. Così svolge il ruolo di capoluogo che forse sarà anche riconosciuto dagli altri”.

Che posizione ha lei sull'Imu e come rilanciare il commercio del centro?

“L'Imu è una grande questione propagandistica agitata il più delle volte a sproposito  da parte di politici vecchi e nuovi e demagoghi da 4 soldi. Tenga presente che solo il 30% delle attività economiche è proprietario dei locali dove svolge l'attività. Quindi per le attività economiche, artigiani e commercianti, l'Imu è un falso problema. Semmai penso di poter intervenire modulando diversamente la Tares perchè se no, per le imprese può diventare una mazzata. Sul commercio del centro ci sono 2 leve. Uno il contesto, quindi arredo urbano, eventi, diciamo una riqualificazione del contesto ambientale in cui l'attività opera e lì può esserci un intervento pubblico, ma anche uno privato coordinato dal pubblico. Dall'altra bisogna che si riesca ad incentivare anche l'investimento da parte di privati perchè è evidente che, se l'offerta commerciale che c'è in centro assomiglia troppo a quella che c'è nei paesi vicini o alla Baraccola, la prima non sarà mai competitiva”.

Giovani e tempo libero. Ha in mente qualcosa di particolare in questo senso?

“Si, tante cose. Ridare in funzione a associazioni giovani parte dei contenitori vuoti della città, specie nel centro storico, per attività culturali, non impattanti e non inconciliabili con la funzione residenziale. Mentre penso di dedicare proprio un capitolo del programma alla vita notturna. Per questa vanno predisposte nuove occasioni in cui questa possa svolgersi, senza però che sia totalmente inconciliabile con altre esigenze. Tradotto, non più musica a tutto spiano tipo discoteca all'aperto, ma immaginare di ragionare su insediamenti di tipo diverso, come la zona industriale della Baraccola”.

Domanda d'obbligo. Il Pd si è espresso contro il parcheggio sotterraneo in piazza Cavour. Lei ha detto che non è un tabù.

“Guardi su questo ci sarà una conferenza stampa di tutta la coalizione in cui verranno esposti i dubbi salienti del programma e che, per quanto riguarda i parcheggi, non può esser disgiunto dal programma generale che riguarda la viabilità perchè se no si continua a parlare di problemi con una superficialità insopportabile e con schieramenti tipo guelfi e ghibellini su pezzetti di una costruzione. Allora l'idea che la politica della sosta in centro vada rimodulata, prevedendo anche ulteriore quote di parcheggio pubblico, è evidente e di buon senso. Quindi ho detto che non è un tabù niente in termini di collocazione. Non è però nemmeno un feticcio l'ipotesi di fare il parcheggio sotto piazza Cavour anzi, dal punto di vista tecnico, diversi soggetti dicono che forse quello sotto piazza Cavour è una bufala. Quindi la questione politica di fondo è che non è un tabù l'ipotesi di nuove quote di parcheggio funzionali a usi specifici della città per quanto riguarda il centro, ma che questo va inserito in una politica del traffico e della viabilità più generale. Quindi anche potenziamento dei parcheggi scambiatori e dei mezzi pubblici”.

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