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Blitz in piazza durante il comizio, i centri sociali contestano di Maio e il Movimento 5 Stelle

Alcuni momenti di tensione quando la Polizia ha stretto un cordone intorno ai manifestanti di sinistra davanti al negozio Gavetti Calzature, lasciandoli a debita distanza dalla piazza grillina

Centri sociali in piazza durante il comizio di Luigi Di Maio per protestare contro di lui e il Movimento 5 Stelle e la Polizia crea un cordone di sicurezza che impedisce il contatto tra  manifestanti. Quello di ieri sera è stato un blitz da parte di una 30ina di manifestanti per protestare conto l’accordo di Governo che in questi giorni sta prendendo vita tra Movimento e la Lega di Matteo Salvini. I militanti dei centri sociali hanno voluto far sentire la propria voce pacificamente e senza forzature per ribadire quella che, secondo loro, è la grande ipocrisia di questo accordo. Un contratto tra forze politiche più simili di quanto non si pensi e pronte ad estromettere gli aiuti ai terremotati, a dimenticare le questioni ambientaliste che dicano “no” alle trivelle nel mar Adriatico, che virerebbe verso una giustizia repressiva e giustizialista e che, in generale, colpirebbe i più poveri e chi in generale si trova in una posizione inferiorità sociale. Per questo intorno alle 22, da via Zappata, sono scesi campeggiando lo striscione con un gioco di parole: “Di Maio con Salvini” con “Di” e la “o” di Maio cancellate a formare la scritta “Mai con Salvini” e al motto “Casa, reddito, dignità, 5 Stelle bla bla bla”, “Soldi per i terremotati” e poi “Nessuna trivella nel nostro mare”. 

Centri sociali in piazza per contestare Di Maio

Alcuni momenti di tensione quando la Polizia e Carabinieri hanno stretto un cordone intorno ai manifestanti di sinistra davanti al negozio Gavetti Calzature, lasciandoli a debita distanza dalla piazza grillina. Qualcuno del Movimento si è anche avvicinato ed è stato cacciato in malo modo dopo essere stato accusato di insulti e provocazioni. Tuttavia i centri sociali sono sempre rimasti nel recinto della protesta civile e, a microfono acceso, hanno anche espresso il loro punto di vista tramite Nicola Mancini: «Siamo qui perché ci sono due cabarettisti figli di un cabarettista che stanno andando al governo di un paese promettendo guerra ai poveri, più carceri, più repressione, tradendo tutto quello che avevano promesso perché io me li ricordo quando vennero qui a dire "terremotati al primo posto". Di tutto quello che hanno promesso non hanno messo niente nel loro contratto, dove non c’è una lira per i terremotati, dove non c’è il blocco delle trivellazioni, non c’è il blocco della Tav, dove il reddito di cittadinanza è una forma assistenzialista che dura solo 2 anni, la flat tax è un esproprio perché vuol dire rubare ai poveri per dare ai ricchi. Questi stanno proponendo nelle piazze l'introduzione dell'agente provocatore come ruolo istituzionale. Praticamente il fascismo. Questo è un governo di lotta contro i poveri che massacrerà i poveri di questo paese. Il resto sono fantonie. Quindi Di Maio invece di venire qui a fare il demagogo se ne vada con l’altro demagogo che si chiama Salvini e insieme se ne vadano a casa perché loro non sono l’antisistema e ce lo sapremo ridire più avanti». Il mini corteo si è poi allontanato senza disagi. 

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