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Conti elettorali 2018, la Mancinelli spiega il caso in aula: «Eccesso di trasparenza»

Il sindaco replica in aula alle contestazioni avanzate dal Collegio Regionale di Garanzia Elettorale sui movimenti bancari relativi alla sua ultima campagna elettorale

Due conti correnti aperti in altrettante banche, rispettivamente prima e durante la campagna elettorale delle comunali del 2018, dove sono transitate le entrate e le uscite per l’attività del sindaco Valeria Mancinelli. Uno era intestato a lei stessa, l’altro all’ex collaboratore Carlo Rossi. Praticamente una violazione della legge, hanno tuonato Forza Italia e 60100. Un meccanismo che, secondo le accuse, avrebbe permesso al sindaco di evitare il tracciamento dei suoi benefattori e da sanzionare con la decadenza dalla carica di primo cittadino. L’esistenza dei due conti, attivi entrambi per circa venti giorni, è stata rilevata e segnalata al consiglio comunale dal Collegio Regionale di Garanzia Elettorale, che nella relazione parla apertamente di “violazione del principio della parità di condizioni anche a favore di candidati meno strutturalmente attrezzati o che abbiano maturato più tardivamente la propria candidatura”, demandando all’assemblea consiliare l’eventuale sanzione. Oggi la Mancinelli ha replicato in aula, spiegando il perché di quel doppio conto e ribadendo più volte che lo stesso collegio era stato relazionato sull’attività di entrambe le movimentazioni

«Più trasparenza del dovuto»

«Non è vietato fare iniziativa politica prima dell’apertura ufficiale della campagna elettorale e solo per massima trasparenza ho rendicontato al collegio anche tutte le spese sostenute prima dell’apertura formale della campagna- ha detto il sindaco- a febbraio 2018 ho aperto il primo conto, ma non erano state ancora indette le elezioni e quindi non era stato possibile nominare un mandatario. In quel conto sono entrate e uscite tutte le somme necessarie alle spese di attività politica». Un esempio, ha spiegato il sindaco, è stato l’affitto della sala alla galleria dorica: «la sede è stata aperta prima delle attività elettorali e ho rendicontato anche la spesa di quei due mesi di affitto, che avrei anche potuto non caricare sulla campagna elettorale». Una questione di massima trasparenza, si difende il sindaco: «Forse ho avuto addirittura un eccesso di zelo, perché avevo deciso già al momento di presentare la mia candidatura di dar conto delle spese e delle entrate anche del primo conto corrente». Il problema, dice il sindaco, è dunque stato solo formale: «La contestazione del collegio non riguarda una mancanza di trasparenza, ma la coesistenza dei due conti correnti per circa 20 giorni mentre si chiudeva il primo e si apriva l’altro. In quei 20 giorni il primo conto ha avuto movimenti, tra entrate e uscite, di circa 2.600 euro e questo il collegio ha avuto modi di verificarlo semplicemente perché glie l’ho dichiarato io». Niente decadenza: «La norma prevede sanzioni pecuniarie per alcuni tipi di violazione e solo in due casi la decadenza- ha spiegato il sindaco- il primo è se il candidato supera il tetto massimo di spesa ammissibile, e in questo caso ne siamo lontani anni luce, il secondo è se non viene presentata la rendicontazione finale. In questo caso non è prevista nessuna sanzione, neppure una multa da 50 euro, altrimenti sarebbe già stata emessa dal consiglio stesso. Forse l’unica cosa che si poteva fare meglio- ha concluso la Mancinelli- era chiudere il primo conto entro la mezzanotte del giorno in cui è stato aperto il secondo». 

Integrazione all'ordine del giorno

Il Movimento 5 stelle aveva chiesto di integrare l’ordine del giorno del consiglio comunale con l’obbligo per il sindaco di dichiarare chi aveva effettuato i versamenti nel conto corrente bancario aperto a suo nome, la causale del prelievo di 400 euro effettuato il 10 aprile del 2018 e di versare nelle casse comunali 2.196 euro, corrispondenti a quattro operazioni effettuate sul conto tra aprile e maggio 2018, per finanziare due borse di studio universitarie. «Io e il candidato di Altra Idea di Città, Francesco Rubini, abbiamo speso 2.000 euro in due, il sindaco è caduto in uno scivolone» ha replicato il consigliere M5S ed ex candidata sindaco Daniela Diomedi. L’integrazione è stata respinta dopo la votazione del consiglio con 19 pareri contrari, 8 favorevoli e un’astensione. 


 

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