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Culturability, Casa Culture: "Occasione persa di confronto tra l’associazionismo e Comune"

"Il punto non è tanto il non aver voluto appoggiare la proposta di Casa Culture, quanto il fatto che non sia stato possibile creare un tavolo di confronto"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

"L’occasione è il bando Culturability, l’oggetto il ruolo che ha l’associazionismo nella vita cittadina. Partiamo dal bando. Il “Culturability- rigenerare spazi da condividere”, ideato e promosso dalla Fondazione Unipolis sin dal 2009, è nato per “sostenere progetti innovativi in ambito culturale e creativo ad alto impatto sociale, che recuperino e diano nuova vita a spazi, edifici, ex siti industriali abbandonati o sottoutilizzati. Cultura, innovazione e coesione sociale, collaborazione, sostenibilità economica e occupazione giovanile” sono gli ingredienti necessari per ottenere il finanziamento. E’ un bando rivolto specificatamente agli Enti del Terzo Settore, visti come promotori di cultura in stretta connessione con il territorio che abitano. Casa delle Culture è un Ente del Terzo Settore, gestisce una parte dell’ex Mattatoio di Ancona situato a Vallemiano, spazio abbandonato e in costante degrado in un quartiere che nonostante la sua posizione viene considerato periferico, intendendo la parola nel più ampio senso di marginalità. Forte di competenze e professionalità interne che le hanno già permesso di vincere bandi importanti, ultimo il Funder 35, negli ultimi due anni l’associazione ha lavorato incessantemente per rendere più solido e sostenibile il proprio assetto organizzativo. Grazie alle risorse ed al know-how attivato ha condiviso un percorso di crescita e sviluppo di competenze con altrettante realtà che sul territorio nazionale stanno lavorando nella medesima direzione, guidati da importanti professionisti del settore culturale. Per questo motivo, forte degli stimoli ricevuti e della profonda e radicata consapevolezza che la sfida dell’innovazione sociale nelle politiche pubbliche passa anche attraverso la capacità di superare i confini tradizionali tra i diversi attori organizzativi pubblici e privati, Casa delle Culture ha visto nel Culturability una nuova possibilità: trovare risorse per riporre l’attenzione su una parte di città attualmente recintata, sotto utilizzata, lasciata al degrado e che invece potrebbe diventare un propulsore di innovazione, creatività e socialità e lo potrebbe diventare in maniera partecipata, ascoltando le istanze del territorio e provando ad intercettare una molteplicità di attori privati. Un processo a disposizione della comunità e non un progetto dunque quello proposto da Casa Culture, il cui fine ultimo è il cambiamento sociale e culturale e non la creazione di un vantaggio competitivo. Come per tutti i bandi è necessaria una compagine di partner e fra i partner è doveroso mettere l’Amministrazione Comunale proprietaria dell’immobile. L’ Amministrazione Comunale ha negato il partenariato a Casa Culture, ha altri progetti per questi stabili che tutt’ora sono inseriti tra i beni alienabili.

Ora il punto non è tanto il non aver voluto appoggiare la proposta di Casa Culture, quanto il fatto che non sia stato possibile creare un tavolo dove gli amministratori si siedano e si confrontino con le forze dell’associazionismo che lavorano sul territorio in un senso reale di partecipazione, un tavolo dove non venga esercitato il potere ma l’ascolto, dove le forze vive, le competenze e le professionalità che l’associazionismo contiene e sa produrre possano essere ascoltate, capite e messe a frutto. Il bando ormai è arrivato a scadenza, la possibilità di ottenere questo finanziamento è sfumata in favore di un progetto di cui non si sa quasi nulla e che finora non ha prodotto nulla. Nonostante tutto accogliamo questa esperienza come un’ulteriore sfida: quella di continuare a lavorare per un nuovo approccio relazionale che consenta di immaginare un futuro migliore nel quale il parametro di riferimento sia la qualità della vita nel lungo termine. Emerge chiaramente la necessità di porre al centro dell’attenzione l’innovazione sociale come motore del cambiamento, e di utilizzare tutte le risorse disponibili e la creatività per sfidare e mettere in discussione le strutture consolidate, soprattutto là dove i gap tra bisogni reali e soddisfatti sono elevati. Su queste tematiche invitiamo tutti i futuri Candidati Sindaco ad esprimersi in un confronto aperto e trasparente che come Casa Culture in collaborazione con il comitato spontaneo dei residenti di Vallemiano vorremmo promuovere in vista delle imminenti elezioni, perché si parte immaginando un quartiere per poter arrivare ad immaginare una nuova città".

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