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Oltre 4 milioni di debiti, il Comune ne salda solo uno: quello con la sua partecipata

"Due sono gli aspetti inquietanti di questa vicenda" per il Movimento 5 Stelle

Il Comune di Ancona ha maturato debiti verso fornitori alla fine del 2018 per più di 4 milioni di euro, per la precisione 4.196.277,49, somma massima che avrebbe potuto chiedere alla Cassa Depositi e Prestiti. Infatti la legge prevede  il ricorso all'anticipazione per accelerare i tempi di pagamento di debiti degli Enti locali verso i suoi fornitori risultanti. Scadenza perentoria per la presentazione della domanda al 28 febbraio 2019. Per questo il Consiglio Comunale del 7 marzo è stato chiamato a votare la delibera di Giunta che aveva proprio questo come oggetto: l'anticipazione di liquidità. In pratica l'Ente fa ricorso alla Cassa Deposito e Prestiti che anticipa le somme richieste a fronte di un tasso esiguo di interesse. E su vari debiti il Comune decide di saldarne solo uno e dè proprio quello nei confronti di Anconambiente. Un fatto di fronte al quale protesta il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle.

"Due sono gli aspetti inquietanti di questa vicenda - si legge in una nota del Movimento dorico - Primo. La domanda a Cassa Depositi e Prestiti contenente la delibera di Giunta è stata inviata nel termini? Si è dovuto interrompere il Consiglio per convocare la dirigente che ha istruito la pratica la quale riferisce di averla inviata il giorno 26 febbraio. Questa delibera di giunta è soggetta al voto del Consiglio Comunale? Probabilmente sì, in quanto il Consiglio deve adottare la variazione di bilancio in caso di concessione della anticipazione. Preso atto di queste affermazioni, veniamo ora all'altro aspetto della vicenda. Secondo. Il Comune di Ancona ha richiesto alla Cassa Depositi e Prestiti l'anticipo dell'importo di € 1.624.573,71 per far fronte al pagamento di fatture di quali fornitori? Anconambiente come unico beneficiario. In un momento di crisi come quello attuale una Amministrazione cosciente, che intende in qualche modo favorire la piccola imprenditoria e gli artigiani, che non godono certo di buona salute, pur potendo in concreto concorrere al soddisfacimento dei bisogni di liquidità di molti, ben pensa invece di favorire solo un soggetto, guarda caso una sua azienda partecipata. Questa scelta politica non è certo condivisibile in quanto vengono calpestati i diritti di tanti piccoli imprenditori, artigiani, lavoratori che fanno fatica a tirare avanti la baracca. Ci siamo dissociati da questo iter ed abbiamo espresso voto  contrario, motivando il nostro dissenso sul fatto che non si può e non si deve favorire solo un fornitore, bensì la totalità di essi. Non sono certo mancati colpi di scena (gesti poco qualificabili da parte di un consigliere di maggioranza), ma noi andiamo avanti a testa alta consci del fatto di stare dalla parte dei cittadini che tramite noi fanno sentire la propria voce".

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