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Spese Regione, Dino Latini: “Avviso di garanzia? Servirà anche a me”

Il consigliere regionale: "Esporrò in sede giudiziaria quello che ho autorizzato alla spesa, se rientrava o meno nelle voci ammesse per i fondi ai gruppi consiliari e le eventuali responsabilità penali e contabili che dovrò assumere"

Il comunicato stampa del consigliere di Liste Civiche per l’Italia, come precisato dal suo staff, non fa riferimento ad avvisi di garanzia già ricevuti, ma all’eventualità che pervengano

“L’avviso di garanzia nei miei confronti per la gestione dei fondi annuali ai gruppi consiliari della Regione Marche lo considero giusto da ogni punto di vista. Servirà anche a me per poter esporre nella sede giudiziaria quello che ho autorizzato alla spesa, se rientrava o meno nelle voci ammesse per i fondi ai gruppi consiliari e le eventuali responsabilità penali e contabili che dovrò assumermi.

Né tantomeno contesto il giudizio che sulle stesse la pubblica opinione si è formata e si formerà. Se nei fondi al gruppo consiliare del periodo dal maggio 2010 al dicembre 2012 ho inserito voci di spese che nulla c’entrano con quelle normativamente stabilite è giusto che paghi le conseguenze. Non contesto nulla di quello che è stato messo in atto delle competenti autorità e delle comunicazioni giornalistiche che sono state pubblicate. Rispetto a ciò cercherò, se necessario, di esporre le mie motivazioni a giustificazione di quanto compiuto, ritenendo che ogni chiarimento per quanto pure immaginabile doloroso servirà alla politica che riassumere un ruolo nuovo e diverso ma sempre di rappresentanza della società.

Ho cercato di dare, per tempo e via via, dei segnali concreti in tal senso di auto ridimensionamento delle possibili spese a mio appannaggio, rinunciando da subito ai benefit quali parcheggio o card autostradale, poi al cosiddetto vitalizio, poi con la rimessa a disposizione della struttura di un dipendente regionale assegnato alla mia segreteria e poi ancora proprio con la fondo destinato al gruppo regionale e con la richiesta formale (e accettata) al presidente del Consiglio Regionale di voler restituire i fondi tutti comunque già ricevuto. Ricordo, ancora una volta, come appena entrato consigliere regionale (maggio 2010) proposi di dimezzare le indennità perché troppo alte rispetto alle paghe di impiegati e operai mi venne dato del “demagogo”.

Neanche la relativa proposta di legge regionale è mai approdata all’attenzione del Consiglio (come quella per chiudere la questione delle future pensioni), tanto è la paura di tutti noi di dover rinunciare a qualcosa che è un privilegio. Altra cosa invece era, ed è, a mio avviso, un rimborso economico al gruppo consiliare per fare quella necessaria attività amministrativa e politica di rapporto con i cittadini marchigiani, le associazioni, gli enti locali che sono a proporre e rivendicare le loro posizioni, rispetto agli atti della Regione e dei politici che la rappresentano. Senza un minimo contributo nessun partito, movimento o lista potrà mai dare, oggi soprattutto, quella minima partecipazione pure volontaristica ma che ha bisogno di un minimo di spesa per poter esprimere e far conoscere le loro prese di posizioni.

Non penso che questo sia un pensiero di difesa e conservazione dell’esistente (per il ruolo che ricopro); anzi, il mio pensiero (espresso per tempo e prima di quanto poi è scoppiato come scandalo della casta politica regionale) è nulla o quasi ai consiglieri per le proprie indennità ma un rimborso adeguato e controllato alle effettive spese ai gruppi consiliari per l’attività amministrativa e politica dai loro rappresentanti. Il tutto, invece di continuare l’esistenza (fino al 2017) del finanziamento pubblico ai partiti, che coinvolge e capitalizza somma per ogni singolo consigliere regionale eletto a tutto vantaggio e che veramente una somma liquidata dallo Stato a piè di lista, ingiustificata e ingiustificabile.”


Dino Latini

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