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Andrenacci, Anci Marche, e le sollecitazioni da parte di Confindustria: "Appena la metà del gettito dell'Imu andrà ai comuni".

L'Imu si prepara a presentare un conto salato ai cittadini e se anche si tratta di una tassa comunale, circa la metà degli introiti finiranno allo Stato, con la «quota erariale» prevista dal decreto «Salva-Italia»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

L'Imu si prepara a presentare un conto salato ai cittadini e se anche si tratta di una tassa comunale, circa la metà degli introiti finiranno allo Stato, con la «quota erariale» prevista dal decreto «Salva-Italia». Lo Stato infatti terrà per sè il 50% del gettito sugli immobili diversi dalla prima casa, e le risorse che restano ai comuni non bastano a pareggiare i conti con il 2011 nonostante il rigonfiamento delle basi imponibili dettato dai nuovi moltiplicatori applicati alle rendite catastali.

Circa le sollecitazioni da parte di Confindustria Marche ad "agire con responsabilità e adoperare ogni strategia possibile per non far aumentare i costi alle imprese e ai cittadini", il presidente Mario Andrenacci ha ricordato che "i cittadini ed ovviamente anche le aziende, devono sapere che ancora una volta si chiedono sacrifici ai comuni - ha detto - i quali già hanno dimostrato in questi anni di saper garantire gestioni virtuose delle risorse pubbliche. Come Anci Marche ovviamente non possiamo intervenire sulle decisioni dei singoli comuni in tema di aliquote ma far quadrare i bilanci è sempre più complicato. I comuni dovrebbero poter investire ma è praticamente impossibile se si continuerà a tagliare i contributi agli enti locali come nel caso della tesoreria unica che ha impoverito ulteriormente le casse comunali."

"Abbiamo già cominciato da tempo sia in sede di consiglio nazionale che di Anci Marche a discutere del problema, ma in questi giorni sta prendendo forma nei numeri che i Comuni stanno studiando per far quadrare i conti 2012, e le cifre messe nero su bianco hanno ovviamente un effetto maggiore delle previsioni generiche". A questo si aggiungono i tagli al fondo di riequilibrio, che sostituisce i vecchi trasferimenti, ed ecco che le aliquote si spingono inesorabilmente all'insù.

"In questo quadro insiste Andrenacci "siamo costretti ad aumentare l'Imu, perché è l'unica leva che abbiamo anche se costringe i contribuenti a salvare con una mano il bilancio del Comune e con l'altra quello dello Stato". Il governo Monti ha impostato la sua politica sul rigore, sullo sviluppo e sull'equità "ma questo meccanismo non è equo" - ha concluso Andrenacci.

E poi resta sempre aperta la partita sul patto di stabilità imposto ai Comuni.

"Se non ci sarà la flessibilità richiesta a gran voce da tutti i comuni d'Italia - ha concluso - sarà davvero difficile fare nuovi investimenti e di conseguenza appaltare alle aziende opere pubbliche che signicano lavoro, sviluppo, ricchezza. Oggi anzi ci troviamo nella deprecabile situazione di dover onorare in ritardo le nostre pendenze ed a questo circolo vizioso chiediamo che venga posto subito un freno, ritornando a dare ai comuni la possibilità di investire in maniera virtuosa nell'interesse degli stessi cittadini, delle aziende, dell'Italia."

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