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Niente risorse per le opere pubbliche, Forza Italia indossa la divisa: arrivano i “gilet azzurri”

Il partito ha annunciato la mobilitazione. Dito puntato contro il Governo e la mancata previsione delle risorse per opere pubbliche e ricostruzione post sisma

Niente risorse per l’intervento sul molo Clementino del porto di Ancona e lo stesso discorso vale per altre quattro grandi opere richieste da Forza Italia nelle Marche. “Il governo ha accantonato i nostri emendamenti alla manovra senza neppure esaminarli, è un danno per il nostro territorio” ha tuonato il partito, i cui rappresentanti marchigiani hanno annunciato la mobilitazione in 12 città per sabato 26 gennaio. “Siamo sempre stati una forza moderata e per la prima volta indossiamo una divisa- ha spiegato il commissario regionale Marcello Fiori annunciando l’iniziativa dei ‘gilet azzurri’. I rappresentanti saranno presenti in 12 piazze della regione con dei centri informativi e di ascolto, in linea con l’iniziativa delle altre città italiane. Ad Ancona i gazebo si troveranno in piazza Roma ma i gilet azzurri saranno anche a Jesi, Fabriano, e altre città fuori provincia. “I volontari daranno seguito all’iniziativa dei  nostri parlamentari contro il programma economico per informare in modo capillare sulla disinformazione delle forze di governo- ha detto Fiori- vogliamo comunicare le nostre idee, non si era mai visto che la legge dello Stato in cui si attribuiscono le risorse venisse approvata dal parlamento senza farla discutere ai rappresentanti del popolo”. L’iniziativa coincide con il 25mo anniversario della fondazione di Forza Italia e punta sulla sensibilizzazione della cittadinanza intorno a quattro temi considerati i più critici a livello nazionale: “Tasse e lavoro, perché in questa manovra ci sono più tasse e più disoccupazione- spiega Fiori- le pensioni, perché si metteranno le mani in tasca ai pensionati medio-poveri, le associazioni no profit e di volontariato vedranno raddoppiate le tasse e il quarto tema riguarda la democrazia con i tagli all’editoria e altre misure che toglieranno spazi di libertà”. 

La situazione marchigiana 

Forza Italia rileva un’arretratezza infrastrutturale nelle Marche e aveva preparato alcuni emendamenti alla programmazione economica. Tra questi c’era quello relativo all’ammodernamento esterno del molo Clementino del porto di Ancona e delle relative modifiche viarie, per il quale FI chiedeva lo stanziamento di 22 milioni di euro tra il 2019 e il 2021. Gli altri emendamenti riguardavano la realizzazione della “superstrada del terremoto” tra Sfercia e Comunanza, la Bretella Collinare di San Benedetto, il potenziamento della E78 Fano-Grosseto e il ripristino della tratta ferroviaria tra Urbino e Fano. Costo complessivo: 628 milioni di euro. “Avevamo previsto anche 1 miliardo di euro per la ricostruzione delle aree terremotate- prosegue Fiori- questo Governo ha invece previsto solo il rifinanziamento del fondo unico per le emergenze per 380 milioni di euro, significa che anche per quest’anno la ricostruzione è rimandata. Siamo al paradosso che pur avendo aree da ricostruire, nelle Marche hanno chiuso 13mila imprese edili”.  Il Governo, secondo il senatore Andrea Cangini, punta solo all’attenzione mediatica: “Nelle Marche le opere pubbliche non compiute ammontano a un valore di 700 milioni di euro, è esattamente la cifra che il Governo ha stanziato solo per quest’anno. La situazione ferrovia e dell’aeroporto, per quel compete al Governo, è la stessa tragica che conosciamo da anni ma quando si sollevano questi temi non si trova il minimo ascolto. I gilet evocano la rivolta francese- prosegue Cangini-  i nostri sono azzurri e non gialli perché a noi non interessa la demagogia, anche se ci sarebbe materia facile. Vogliamo essere una forza alternativa che fa proposte”. All’inizio della conferenza il coordinatore provinciale Daniele Silvetti ha voluto ricordare Marco Grandi, scomparso inseguito a un incidente stradale a Corinaldo: “E stato fondatore, consigliere provinciale e candidato al Senato. Una figura storica per questo partito in questa provincia e in questa regione. Ci imponiamo di andare avanti nell’organizzazione del lavoro anche se è molto difficile”. 
 

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