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Decreto Salvini, la polemica dei sindaci: la Lega difende il provvedimento

L’annuncio dell’odg contro il decreto sicurezza innesca la reazione della Lega. Ausili: «Daremo battaglia, la legalità è un dovere»

Scatta il dibattito dopo l’annuncio di Altra Idea di Città di un ordine del giorno per impegnare sindaco e giunta a sospendere gli effetti dell’articolo 13 del decreto Salvini sul territorio anconetano. Documento che il consigliere comunale Francesco Rubini vorrebbe si discutesse il 14 gennaio durante il consiglio straordinario sulla sicurezza ma che trova subito la fiera opposizione della Lega. «Altra Idea di Città e Partito Democratico (che a dire il vero non si è espresso sul punto, ndr) si preparano a seguire le orme dei sindaci Orlando e De Magistris per sabotare il decreto Sicurezza – attacca il consigliere del Carroccio, Marco Ausili - Per noi questa iniziativa è unicamente polemica politica spicciola e tende a strumentalizzare in malafede dei contenuti per soli fini elettorali. Peggio, questa iniziativa ferisce la democrazia basata su regolari elezioni di un regolare Governo chiamato a legiferare con gli strumenti regolarmente attribuitigli. Ferita al sistema democratico inferta proprio da chi si definisce campione della democrazia. Inoltre, l’iniziativa in questione produce una pessima informazione sui contenuti del Decreto Sicurezza». 

Secondo Ausili il problema non si pone. «Basta studiare il testo – aggiunge - per capire che tutti coloro ai quali è riconosciuto lo status di protezione internazionale ovvero gli stranieri che, rientrando in speciali categorie, necessitano di specifica tutela, possono accedere al SIPROIMI (i futuri SPRAR), beneficiano delle misure di integrazione e, naturalmente, possono essere iscritti all’anagrafe della popolazione residente. Durante la fase tecnica di esame dell’istanza, al richiedente asilo - pur non essendo più iscritto all’anagrafe della popolazione residente in base alle nuove norme - continuano a essere assicurati gli stessi servizi di accoglienza e di assistenza, le cure mediche e i servizi scolastici per i minori. Al termine dell’iter procedurale connesso all’istanza di asilo e a seguito del riconoscimento di una forma di protezione, lo straniero potrà essere regolarmente iscritto all’anagrafe, avendo una prospettiva stabile di presenza sul territorio. Le forze di sinistra evidentemente continuano a fallire il mandato che la politica dovrebbe avere in questo momento storico sul tema della sicurezza e dell’immigrazione, cioè coniugare il rispetto delle regole e il controllo dei flussi migratori con l’integrazione degli stranieri e l’accoglienza di coloro che chiedono asilo, garantendo l’ordine e la sicurezza pubblica».

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