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I ricercatori Univpm: “E’ ora di togliere la ‘tassa sul talento’”

Con un contributo obbligatorio per l’iscrizione da parte dei dottorandi che supera i mille euro, risulta che l’Università Politecnica delle Marche è nella fascia più alta relativamente al contributo richiesto ai ricercatori

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

ADI Ancona ha trasformato le ultime elezioni studentesche in un referendum contro la tassazione sul dottorato di ricerca, ed ha vinto la sua battaglia. La lista dei dottorandi ha infatti  ottenuto un risultato straordinario, portando al voto quasi il 26% degli aventi diritto, pur essendo sicura vincitrice come lista unica dei dottorandi. Si sono recati alle urne 105 elettori su 407, pari al 25.8%, una percentuale superiore del 4.5% a quella degli studenti e dell’8.32% rispetto a quanto ottenuto 2 anni fa.

ADI Ancona ha così ricevuto un fortissimo mandato ad affrontare la questione più spinosa che grava sul dottorato di ricerca: quella della “tassa sul talento”, il contributo obbligatorio per l’iscrizione da parte dei dottorandi, pari a 1051.38 €.

Dai risultati preliminari della Quarta Indagine Annuale ADI sul Dottorato di Ricerca, risulta che l’Università Politecnica delle Marche è nella fascia più alta relativamente al contributo richiesto ai dottorandi, classificandosi nel 20% degli atenei con la tassazione media più alta. Grazie a questo pessimo dato, la Regione Marche è tra le tre regioni peggiori in cui svolgere un dottorato di ricerca, relativamente al contributo annuale richiesto ai giovani ricercatori. Inoltre, tra i sette atenei italiani che prevedono la tassazione sui dottorandi borsisti, l’Università Politecnica delle Marche è quella con la tassazione media più alta e non prevede un contributo progressivo in base al reddito.

ADI-Ancona torna a denunciare con forza gli effetti negativi che questa decisione sta già producendo sull’Ateneo. Perseguendo la politica paradossale per cui gli studenti meritevoli, che intendono proseguire il proprio percorso di studi per qualificarsi nella ricerca, sono costretti a rinunciare ad una mensilità della loro borsa, l’Università Politecnica delle Marche rischia di:

•    perdere i suoi migliori studenti, che sceglieranno di proseguire la loro carriera negli studi in atenei che offrono loro un trattamento economico migliore o, nel caso peggiore, addirittura all’estero;
•    demotivare i giovani ricercatori e far aumentare la percentuale di coloro che scelgono di abbandonare il dottorato di ricerca per un lavoro meglio retribuito;
•    scoraggiare i meno abbienti a proseguire negli studi, in violazione del dettato costituzionale.

Negli ultimi mesi ADI Ancona ha instaurato un positivo confronto con il Rettore, prof. Sauro Longhi che, consapevole del problema, ha deciso la sospensione provvisoria della seconda rata di tasse (pari a 601 €) per tutti i dottorandi dell’Università Politecnica delle Marche. Ma questo non è sufficiente: ADI Ancona chiede che l’Ateneo impegni meno dello 0,3% del proprio bilancio per abolire definitivamente la tassazione sui Dottorandi di Ricerca. Per l’Ateneo si tratta di rinunciare ad una piccola entrata aggiuntiva, per entrare nel ristretto club dei migliori atenei d’Italia in cui un giovane ricercatore possa costruire la sua carriera.

ADI Ancona chiede quindi al Rettore e all’amministrazione universitaria un ultimo sforzo. Il piccolo sacrificio che oggi chiediamo al bilancio può produrre grandi e importantissimi risultati per il nostro Ateneo in futuro, in termini di attrattività per i giovani ricercatori e di qualità della ricerca, parametri decisivi anche per ottenere maggiori finanziamenti dal Ministero.

Basta un ultimo passo, un ultimo, piccolo, atto di coraggio, e siamo convinti che il Rettore non potrà che darci ascolto. D’altronde i cuori coraggiosi fanno sempre la scelta giusta.

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