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Asso del go-kart a 12 anni, Alessio cerca il suo 3° titolo italiano: «Voglio la Formula 1»

Ha solo 12 anni, quando era più piccolo disegnava circuiti immaginari sui fogli di carta. Oggi sogna di percorrere le orme di Fernando Alonso

“Se Nigel è in giornata e ha l’auto giusta ti sorpasserà, anche sopra la testa ma ti sorpasserà”. Lo disse Ayrton Senna di Nigel Mansell nel lontano ’92 e un po' lo stesso discorso vale per Alessio Scabini. Lui va a scuola, gioca a basket e quando finisce i compiti non disdegna una partita alla console. E’ un 12enne come tanti ma con una dote innata: quando sale sul go-kart, se è dietro, non lo tiene nessuno e se è davanti non lo si vede più. Tiene giù il piede e se c’è da superare si infila in ogni spiraglio possibile. Il suo è un talento puro che negli ultimi due anni gli ha regalato altrettanti campionati nazionali, quasi tre: il titolo italiano indoor nel 2017 e quello outdoor lo scorso 11 novembre a Pomposa (Ferrara). Le vacanze di Natale? Aspetteranno. Alessio sarà in pista domenica 16 dicembre sul circuito PGKart di Camerano, a caccia del secondo titolo indoor, la “Junior Cup”. E’ primo in classifica, ma la vittoria non ce l’ha ancora in tasca e per questo una volta alla settimana mamma Chiara lo accompagna in pista per testare il suo KZR Mini 4 tempi. 

In casa Scabini non corre nessuno, ma tutti sono appassionati di sport motoristici: «Da piccolo Alessio disegnava i circuiti» racconta Chiara Peschini. Alessio, annuisce poi racconta come è nata quella passione per la pista: «E’ cominciato tutto guardando la F1 e la MotoGP, amo la Ferrari e il mio mito è Fernando Alonso. La prima volta sul kart è stato proprio qui a Camerano, ho capito che potevo fare sul serio quando ho visto che riuscivo a dare un giro di distacco a tutti i presenti». Mauro Crescini è il meccanico che ha scoperto Alessio e che ancora oggi lo segue durante i test. E’ stato lui a notare nel ragazzo qualcosa di particolare: «Era da subito costante e preciso nelle traiettorie, teneva il piede sempre giù e in questo sport è fondamentale. Sono caratteristiche che altri piloti, dopo decenni in pista, ancora non hanno». L’esordio stagionale a Corridonia aveva già fatto capire agli altri 15 piloti chi era Alessio: «Partivo dalla pole position, ma alla prima curva sono andato dritto. Poi però sono ripartito e li ho ripresi tutti». Su 6 gare il giovanissimo anconetano ne ha vinte 4: «Alla penultima ho superato un belga all’ultima curva che correva con una Wild Card, quando ho vinto il titolo sono stato contento perché avevo fatto vedere chi ero». Come ogni buon pilota anche Ale ha i suoi rituali scaramantici pre-gara: mamma Chiara gli mette i guanti, poi lo guarda negli occhi e gli dice: “Buon divertimento vita mia”. Poi il ragazzino timido abbassa la visiera, sale sul kart e si trasforma. Il sogno? Neanche a dirlo: «Voglio la Formula 1». 

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