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Firmata la carta di Arcevia 2: “Cittadini si mobilitano per l’interesse comune”

Una rete di cittadini e di associazioni che crede nell’interesse collettivo, nella tutela di un bene comune come il territorio e nella necessità di proteggerlo e valorizzarlo

Un patto fra cittadini e associazioni per la gestione comunitaria del territorio e del paesaggio. Questo rappresenta la Carta di Arcevia 2 che è stata presentata e approvata domenica 5 ottobre nella sede della cooperativa di agricoltura biologica La Terra e il Cielo a Piticchio di Arcevia.

Un anno fa, stesso contesto, la prima Carta di Arcevia, sottoscritta anche da Vandana Shiva, attivista e ambientalista indiana, dedicata ad una nuova visione dell'agricoltura, nel rispetto della biodiversità e contro l’introduzione degli Ogm in Italia. Il documento di oggi nasce dal contributo di tutti i soggetti interessati e dagli organizzatori dell’evento e promotori della Carta di Arcevia 2, La Terra e il Cielo, Comune di Arcevia, Rees Marche, Forum dei Movimenti per la terra e il paesaggio delle Marche, affiancati in questo cammino anche da Acu Marche, Italia Nostra sezione di Arcevia, Slow Food Regione Marche.

Il seminario, molto partecipato, ha visto gli interventi di Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, Paolo Cacciari, giornalista, Francesca Limana, Fondazione Adriano Olivetti, che si sono confrontati sul territorio come bene comune con Andrea Bomprezzi, sindaco di Arcevia, Loris Asoli, coordinatore gruppo redazionale Carta Arcevia, e con Bruno Sebastianelli, presidente e fondatore della cooperative agricola La Terra e il Cielo.
La nuova Carta non cancella la prima ma semmai aggiunge al concetto di “biologico” quello complementare di “comunitario”.
Proprio il presidente e fondatore de’ La Terra e il Cielo Sebastianelli ha ricordato che, per preservare la comunità e i suoi valori, non si può prescindere dall’agricoltura biologica. Il settore è in crescita (+17% nell’anno in corso, dato Nomisma); in futuro dovrà parlare sempre di più italiano perché ora vede un forte contributo delle importazioni, spesso fonte di scandali.

Loris Asoli, che ha coordinato i lavori del nuovo documento, ha precisato che “i valori che vogliamo sostenere partono dalla cellula fondamentale della società, la famiglia, per proseguire nella comunità, la quale, per esser definita, necessità di criteri storici, geografici e culturali. Di questo, anzitutto, si sostanzia la Carta di Arcevia”.

Una buona idea per pensare in concreto l’idea comunitaria viene proprio dal sindaco di Arcevia, Andrea Bomprezzi, che lancia il progetto di una scuola per la lettura del paesaggio. “Sarà un passo importante per mettere in pratica la Carta di Arcevia”.

Per il vice presidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, infine “il concetto di comunità è messo a repentaglio dalla crisi economica e dal debito. Quest’ultimo va superato grazie a politiche keynesiane che prevedano investimenti pubblici per 50 miliardi di euro dedicati al recupero ambientale del territorio. Investimenti che non ammettano immediato profitto da parte di privati, ma il ristoro della comunità”.

Alle 16, la manifestazione si è spostata in piazza ad Arcevia dove ci sono stati gli interventi di Olimpia Gobbi, storica del territorio, che ha parlato delle proprietà collettive nelle Marche, Stefano Cattoi, direttore Ufficio forestale della Magnifica Comunità di Fiemme (Tn), che ha portato l’esperienza trentina nella gestione comunitaria, Franco Arminio, scrittore e poeta, che ha disegnato la sua visione di nuovo umanesimo, Riccardo Picciafuoco, referente del Forum Paesaggio Marche. La giornata si è conclusa con la consegna del premio di laurea sul territorio e sul paesaggio, voluto dalla cooperativa La Terra e il Cielo.

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