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Differenziata, le Marche raggiungono l'obiettivo fissato per il 2020

Davanti a tutti c'è il Trentino-Alto Adige. Ma c'è anche la Regione Marche che, insieme ad altre poche Regioni, ha raggiunto l'obiettivo fissato dall'Unione Europea per l'anno 2020, cioè arrivare al riciclo del 50% della raccolta

Le Marche hanno già raggiunto, con ben 6 anni di anticipo, l’obiettivo UE fissato per il 2020 in materia di rifiuti: avviano al riciclo il 50% della raccolta. Lo evidenzia il V Rapporto Banca Dati Anci-Conai su raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti, presentato oggi a Roma da Filippo Bernocchi, delegato ad Energia e Rifiuti dell’Associazione nazionale Comuni italiani. Con il 68,02% di avvio al riciclo nel 2014, è il Trentino-Alto Adige la Regione più virtuose d’Italia. Seguono, insieme alle Marche, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna ed Emilia-Romagna.

A livello nazionale, lo studio evidenzia un lieve aumento (+2,03%) della produzione dei rifiuti nel 2014, termometro inequivocabile di una ripresa dei consumi e, al contempo, un aumento della raccolta differenziata (+3,67%) che ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi di riciclo in moltissime realtà. Guardando il Paese nel suo complesso, scopriamo ancora una volta che va a due velocità, con un Nord dotato sia di impianti più adeguati che di una maggiore sensibilità rispetto alla tematica. Se le regioni del Centro-Nord raggiungono in media quasi il 50% di effettivo riciclo la gran parte del Mezzogiorno, in assenza di provvedimenti straordinari, difficilmente riuscirà a centrare l'obiettivo entro il 2020.

I comuni che hanno raggiunto l’obiettivo del 50% di avvio a riciclo sono stati 3.141 (40% in più rispetto al 2013); 9 comuni e due città metropolitane - San Giovanni in Persiceto, Bacoli, Mantova, Fano, Pozzuoli, Guidonia, Parma, Modena, Ravenna, Torino e Milano - hanno ricevuto un riconoscimento per aver centrato l’obiettivo “2020” della direttiva europea del 1998.

“Tutti indicatori - ha spiegato Bernocchi - che mettono in luce come l'Italia sia un sistema virtuoso che non solo non ha niente da invidiare agli altri paesi ritenuti a torto migliori, ma che oggi costituisce, all'interno dello stesso contesto europeo, un modello da imitare. E questo è vero anche in una situazione di crisi strutturale delle regioni del Sud, dove però iniziano a vedersi dei timidi segnali di miglioramento. E’ quindi un’Italia pronta a cogliere la sfida del passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare, un Paese nel quale molti Comuni hanno già sviluppato un’industria del riciclo efficiente che ha trasformato i rifiuti in una reale opportunità di sviluppo per i territori”.

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