rotate-mobile
Scuola

Sei studenti anconetani hanno inventato il cubo di Rubik che si risolve da solo

Un innovativo cubo di Rubik in grado di risolversi da solo, per via informatica, usando 6 motori contenuti al suo interno

Un innovativo cubo di Rubik in grado di risolversi da solo, per via informatica, usando 6 motori contenuti al suo interno. La rivisitazione high-tech di uno dei più popolari rompicapo, è l’idea proposta da sei studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Marconi Pieralisi di Jesi alla “Maker Faire Rome 2019” il più grande evento sull’innovazione in ambito tecnologico che si è svolto a Roma dal 18 al 20 ottobre scorsi. Un viaggio nel futuro, tra robotica, intelligenza artificiale, manifattura digitale, aerospazio, agritech, food 4.0, energie rinnovabili, sostenibilità e qualità della vita. Uno studente della classe 4°BM e cinque della classe 5°AM del Marconi, supportati dal professor Angelo Bracaccini, hanno portato in fiera il loro nuovo cubo di Rubik, progetto a cui hanno lavorato dallo scorso marzo e che li ha impegnati per sette mesi, giusto in tempo per presentarlo alla fiera. Grande soddisfazione del dirigente dell’IIS Marconi Pieralisi, ingegner Corrado Marri. «E’ stata un’esperienza molto bella, formativa e importante per i nostri studenti, che hanno presentato il loro MagikCube, il cubo di Rubik che si autorisolve, allo stand D46 del padiglione 5 di una delle più importanti fiere della tecnologia – spiega – è stata una sfida con loro stessi riuscire a concentrare molte delle loro conoscenze e capacità in un preciso obiettivo. Il loro cubo è stato selezionato nel mese di luglio tra altri 200 progetti in concorso, aggiudicandosi la possibilità di essere presentato alla Fiera. La nostra è una delle 50 scuole italiane (più 5 europee) che sono state invitate al Maker Faire 2019 e di questo tutto il personale di istituto, docenti e ATA, ne è fiero». 

Il MagikCube è stato ideato e realizzato da Stefano Giulianelli, Leonardo Di Primio, Teo Conigli, Matteo Perini, Ludovico Ciarloni e Matteo Pinna: all’interno del cubo ci sono sei motori, un microcontrollore, dei driver e una batteria. Il cubo fa uso di un software per essere risolto e dopo aver calcolato la sequenza necessaria, aziona i motori facendo ruotare le diverse facce. «Alcuni di noi - spiegano gli studenti - avevano la passione e la competenza nel risolvere manualmente il cubo di Rubik in poco tempo. Da qui è nata l’idea di realizzare un cubo di Rubik che si autorisolve utilizzando motori interni e non esterni come già altri maker hanno realizzato». I ragazzi hanno lavorato in team e il risultato, presentato al Maker Faire, ha destato curiosità e interesse, in particolare di personaggi di primo piano come il relatore della Nasa Alejandro Miguel San Martin; Yan Mui Kitty Yeung il relatore dell’omonima azienda attività della Microsoft e Michael Frank Szczys direttore dell’attività di blogger Hackaday. Grandi nomi che hanno suggerito agli studenti nuove idee per il futuro. Il MagikCube è stato selezionato anche da “Rai Gulp” per un servizio girato in fiera e che andrà in onda all’interno della trasmissione “Rob_o_cod”. Tra le manifestazioni d’interesse per il progetto dell’IIS Marconi-Pieralisi, quella dell’amministratore delegato di una catena di sale giochi italiane che ha invitato i ragazzi a realizzare una versione del MagikCube da inserire nelle sale giochi. 
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sei studenti anconetani hanno inventato il cubo di Rubik che si risolve da solo

AnconaToday è in caricamento