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Il Trovatore per la prima, in scena il soprano marchigiano

Marta Torbidoni, di Montemarciano, è Leonora nella celebre opera di Giuseppe Verdi che apre la 51esima stagione lirica del Pergolesi

Prende il via questa settimana a Jesi la 51^ Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, con Il Trovatore, l’opera di Giuseppe Verdi, dramma in quattro parti di Salvatore Cammarano dal dramma El Trovador di Antonio Garcìa-Gutiérrez. Cartellone lirico jesino al via venerdì 26 ottobre alle ore 20,30, con replica domenica 28 ottobre alle ore 16. Introduce all’ascolto dell’opera Elena Cervigni, con il tradizionale appuntamento “Il libretto in 30 minuti” che di terrà venerdì 26 ottobre alle ore 19 e domenica 28 ottobre alle ore 15. Nuova la produzione, coprodotta da Fondazione Pergolesi Spontini, Fondazione Rete Lirica delle Marche e Teatro Marrucino di Chieti. La direzione è diSebastiano Rolli sul podio della Form Orchestra Filarmonica Marchigiana, Il Coro è del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno guidato da Giovanni Farina. Firma la regia dello spettacolo, insieme alle luci, Valentina Carrasco, artista argentina che ha debuttato in Italia con successo nel 2017 alle Terme di Caracalla nella Carmen. Le scene, di Giada Abiendi, sono state realizzate nel Laboratorio scenografico della Fondazione Pergolesi Spontini. I costumi sono firmati da Elena Ciccorella. Il soprano marchigiano Marta Torbidoni canta Leonora, Ivan Defabiani è Manrico, Simone Alberghini è il Conte di Luna, nel ruolo di Azucena è Silvia Beltrami. Completano la compagnia di canto Roberto Lorenzi (24-26/10) e Carlo Malinverno (28/10) si alternano nel ruolo di Ferrando, Alexander Vorona (Ruiz/un messo), Susanna Wolff (Ines), Davide Filipponi (un vecchio zingaro). Nel nuovo allestimento, Valentina Carrasco colloca la vicenda durante l’epoca fascista, per rappresentare l’amore dei due giovani partigiani Manrico e Leonora contrastato dal potere costituito, identificato con il Conte di Luna nelle vesti del capo del “Ministero della propaganda” del regime. 

Così Valentina Carrasco spiega la scelta di attualizzare Il Trovatore negli anni del Fascismo. «Fu proprio Verdi – spiega la regista - a scegliere come argomento della sua opera il dramma spagnolo El trovador, lavoro di Antonio García Gutiérrez partecipe della tendenza liberale del Romanticismo, con uno sfondo storico sul quale spicca il conflitto tra una figura emblematica della nobiltà tradizionalista e un eroe marginale e umile. Nel volere avvicinare l’argomento a una realtà più vicina alla nostra, abbiamo concepito il personaggio di Manrico come un giornalista clandestino schierato coi partigiani mentre il Conte, suo acerrimo nemico, dirige il ministero della propaganda e vuole censurare la voce lirica e libertaria del figlio della zingara. È però una rivalità che oppone anche due fratelli, facendosi, a loro insaputa, devastante. Con questa premessa abbiamo pensato che per il pubblico italiano sarebbe stato significativo affrontare un periodo di violenta e fratricida crisi interna come il tramonto del ventennio fascista, quando il Paese si divise tra fascisti e partigiani. Tra i due c’è anche una donna: Leonora, personaggio che nella nostra versione sembra tratto da un film di De Sica, è un cuore coraggioso che, lavorando per il Conte al ministero, si sente attratta dallo spirito poetico e libertario dei partigiani e cerca di aiutarli, rappresentando così un motivo in più per loro rivalità, forse il più forte di tutti: l’amore». La 51esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro G.B. Pergolesi, che proseguirà poi con “Nozze di Figaro” di Mozart e con il debutto assoluto del “Gran Circo Rossini”, è organizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini. 

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