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Teatro

L'amore tra gag e malinconia, le Muse applaudono la coppia Bova e Francini

Lo spettacolo di Raoul Bova e Chiara Francini andato in scena ieri con la prima al Teatro delle Muse replica questa sera, sabato e domenica

Che cosa succede quando una coppia, insieme da anni, in un amore costantemente rinnovato dall’alternanza tra spazi propri e spazi comuni, affronta la prova della convivenza in vista di un matrimonio? Comincia con questo dubbio “Due”, lo spettacolo di Raoul Bova e Chiara Francini andato in scena ieri sera al Teatro delle Muse con replica questa sera, sabato e domenica

L'ambient è una stanza vuota. Mentre Marco (Raoul Bova) è alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale, Paola (Chiara Francini) lo interroga sul loro futuro, su come saranno tra vent'anni. Non una banale discussione di coppia perché la forza di questo spettacolo è la sceneggiatura di Luca Miniero, capace di accompagnare il pubblico in una riflessione importante, incentrata su come sia difficile affrontare i dilemmi dei rapporti umani fra una donna ansiosa e costantemente in allarme per il futuro e un uomo troppo disinvolto nel ruolo di chi, nel momento in cui monta il letto matrimoniale, simbolo del nido, si sente arrivato, senza rendersi conto di essere già dentro un errore madornale: dare tutto per scontato. Tante gag, in cui Francino mette in ombra Bova e che il pubblico anconetano ha apprezzato con risate e applausi. Il risultato è l'emergere prepotente di una diversa visione della vita insieme, catapultando i personaggi in un futuro immaginato e temuto, con genitori, amanti, figli, amici, tutti attori non protagonisti pronti a turbare la serenità di una coppia che arriverà in discussione il proprio amore e il progetto di matrimonio. Alla fine emergono due visioni della vita: quella maschile bonaria e incosciente per cui l’amore è “amicizia con il sesso” e quella femminile nevrastenica, permalosa e facile agli sbalzi d’umore per cui l’amore c’è fintanto che ci sono emozioni facili e a buon mercato. Forse troppo stereotipate, ma ancora molto attuali nella coppia del nuovo millennio, soprattutto nella società "liquida" teorizzata da Bauman. La morale? Forse che l’amore si rinnova ogni giorno insieme con dolce attenzione, ma senza ricercare quelle certezze di cui abbiamo tanto bisogno nella vita ma che non appartengono ai rapporti umani. Tantomeno all'amore che per definizione si vive e non si progetta. I limiti dello spettacolo trapelano quando questa sceneggiatura, emozionante e piena di spunti, fanno i conti con alcune carenze di regia per cui anche gli attori sembrano ingessati su un palco di teatro dove è necessaria un’empatia che nulla ha a che fare con la professionalità dell’attore da televisione o da cinema. Forse complice anche le precarie condizioni di salute di Raul Bova, visibilmente raffreddato, ma capace di celarlo in parto dietro un protagosnista di fronte al quale la paltesa si è chiesta se quella voce facesse parte del personaggio o no. Comunque un successo per le Muse, al completo per la prima di "Due". 

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