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“Le origini di Ancona”, il Rotary promuove il dibattito in occasione dei 2400 anni della città

Attraverso un viaggio nel Museo Archeologico di Ancona, il Rotary Ancona Conero ha promosso il dibattito sull'origine della città, in bilico tra il punto di vista degli storici e quello degli archeologi

L’origine di Ancona discussa 2.400 anni dopo la sua fondazione. Attraverso un viaggio nel Museo Archeologico di Ancona, il Rotary Ancona Conero ha promosso il dibattito sull’origine della città, in bilico tra il punto di vista degli storici e quello degli archeologi. Un’iniziativa di grande successo, che ha raccolto oltre una sessantina di partecipanti.

Il presidente del Rotary Ancona Conero, Gianfranco Paci, ex preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata, profondo conoscitore dell’epigrafia romana, spiega che, secondo gli storici, “Strabone, geografo vissuto al tempo di Augusto, sostiene che Ancona è una città greca: si tratta di una fondazione ad opera di fuoriusciti scappati alla tirannide di Dionisio il Vecchio di Siracusa (432-367 a.C.). Lo storico Diodoro afferma che la politica espansionistica di Dionisio il Vecchio in Adriatico iniziò non molto prima del 385. Gli storici moderni circoscrivono, dunque, la nascita tra il 388 e il 383 a.C. L’evento Ancona 2400 volte ancorerebbe la cosiddetta fondazione ad opera dei dori di Siracusa al 387 a.C., una data che è solo presunta”.

Gli archeologi hanno sollevato ripetute perplessità sul contenuto della notizia fornita da Strabone. “Uno dei motivi – spiega Paci - è che i materiali più antichi recuperati nel corso degli scavi si inquadrano nell’ambito della civiltà Picena, mentre gli stessi scavi non forniscono prove certe della presenza greca. La critica si è appuntata in particolare su tre realtà archeologiche. Il tempio al di sotto della Cattedrale di San Ciriaco: la presenza delle lettere dell'alfabeto  latino dimostra che il tempio non è dorico del IV secolo (come alcuni  
pensavano), e quindi prodotto della città "greca", ma del III-II  secolo a.C. costruito in un ambito culturale ormai ellenistico-romano.

In secondo luogo, le mura urbiche, interpretate dagli studiosi come le mura della città greca, ora vengono assimilate a quelle di Osimo, del II sec. a.C. Infine la necropoli ellenistica di Ancona. Necropoli greca o italica? Anche qui gli archeologi propendono per la seconda interpretazione. Tra i reperti ci sono una decina di stele figurate, con nomi per lo più greci, scritti con le lettere dell’alfabeto greco. Recentemente un archeologo ha interpretato queste stele come prodotti elaborati dagli abitanti piceni di Ancona, che avrebbero cercato di presentarsi come greci agli occhi dei Romani conquistatori per avere un miglior trattamento”. Da ricordare che i Romani vantavano origini greche, attraverso il mito di Enea. Su questa interpretazione, il professor Paci ha espresso qualche perplessità, perché la lingua “costituisce un fatto culturale importante e profondo per una persona, difficile da pensare con un vestito indossato ad arte”.

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