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"Quando il giornalista si fa storia": a Osimo le "Storie di Casa Biagi"

Le due figlie Bice e Carla, assieme allo storico collaboratore Loris Mazzetti, hanno ricordato la figura dell'uomo e del giornalista, dalla vita in famiglia a quella professionale, "l'editto bulgaro" e gli ultimi anni

Un’icona, e allo stesso tempo “quasi un commensale”. È forse questa l’espressione che descrive più efficacemente la figura di Enzo Biagi, uno dei grandi maestri del giornalismo italiano eppure percepito da tutti come “uno di famiglia”, in grado di entrare in tutte le case con il suo “Fatto”, e offrire un’informazione, un’opinione e un punto di vista accolti dovunque con attenzione e rispetto.

A ricordare l’uomo e il giornalista, ieri sera, nel corso del Secondo Festival del Giornalismo di Inchiesta Città di Osimo, organizzato dai Circoli Ju-Ter Club e +76 Dino Latini, c’erano le due figlie di Enzo Biagi, Carla e Bice, che hanno presentato il loro ultimo libro “Casa Biagi, una storia familiare”. L’incontro è stato condotto da due giovani giornalisti marchigiani: Roberto Tallei di Sky Tg24 e Desy Daddario di Rai Trade.

LE STORIE DI CASA BIAGI. Un’opera da cui emergono non solo risvolti più curiosi di quanto il lettore si aspetterebbe ma anche, a fianco del grande personaggio conosciuto dal pubblico italiano, figure fondamentali nella vita e nella storia di Biagi, figure femminili: la madre Bice, donna devota e di grande carattere, la moglie Lucia, un carattere “anarchico” e sopra le righe intrecciato ad un’impareggiabile devozione nei confronti del marito, e la storica segretaria Pierangela, entrata a far parte della famiglia a tutti gli effetti.
Il libro, nato e cresciuto quasi come una “chiacchierata” attorno ad un tavolo tra sorelle, ripercorre episodi, personaggi e curiosità, e come tutte le storie davvero grandi è capace di strappare risate e lacrime allo stesso tempo. “Casa Biagi” era una casa come molte del tempo, con un padre severo che diceva alle figlie “Io sarò sempre dalla vostra parte, ma non sono un vostro amico”, ma nel contempo toccata dall’eccezionalità, con Fellini e Montanelli che telefonavano regolarmente  e dal cui portone poteva passare Don Zeno di Nomadelfia così come Tommaso Buscetta.

“ANDIAMO”. Assieme a Bice e Carla, sul palco anche lo storico collaboratore di Biagi, giornalista, regista, scrittore e autore di programmi tv (uno su tutti “Vieni via con me”) Loris Mazzetti. “Non ho mai smesso di lavorare con Enzo Biagi: io lavoro ancora oggi con Enzo Biagi”, ha dichiarato senza difficoltà Mazzetti, “Quotidianamente, specie di fronte a situazioni complesse, mi chiedo ‘Cosa avrebbe fatto Enzo Biagi?’”.
“Uno straordinario maestro che riusciva a insegnare senza salire in cattedra”, ha ricordato ancora, la cui più grande lezione è stata forse la capacità di essere un tutt’uno con la sua troupe, anche nelle zone di guerra, sotto le bombe: “Biagi non ha mai detto ‘andate’, ma sempre e solo ‘andiamo’”.
Un maestro nelle zone di guerra ma anche nelle redazioni, un uomo capace di trattare con la politica “facendosi dare del lei”: in un ambiente – quello giornalistico contemporaneo – in cui passare le domande ai politici prima delle interviste (ed evitare di uscire poi dal seminato) è diventata prassi, fa bene ricordare un giornalista “con la schiena dritta”, che disse a Silvio Berlusconi “Io le domande gliele leggo volentieri, ma non posso dirle oggi che cosa le chiederò quando avrò sentito le sue risposte”.

“L’EDITTO BULGARO”. Il 2002 è un anno difficilissimo per Biagi: la sua vita personale è segnata dalla perdita della figlia minore e della moglie Lucia, e sulla sua vita professionale cala il cosiddetto “Editto Bulgaro”. Loris Mazzetti ha ripercorso quel giorno alla redazione Rai de Il Fatto: la puntata doveva essere incentrata su un incidente aereo, ma quando le agenzie cominciano ad impazzire per le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Berlusconi su Biagi, Luttazzi e Santoro, tutto cambia. “Sono ore tremende: Biagi aveva capito cosa sarebbe accaduto, noi ancora no, pensavamo di essere professionalmente immortali per via del successo di pubblico, ma lui disse chiaramente ‘Qui finisce’”. La puntata, ricorda Mazzetti, è piena di flash bianchi, di solito usati per evidenziare un montaggio, ma che in questo caso testimoniano i momenti in cui si sono dovute interrompere le riprese perché l’emozione era troppo intensa: “Quei flash raccontano ancora il sentimento che provava Biagi”.

La serata si è conclusa con il ricordo delle due figlie degli ultimi anni di Biagi, pervasi da una grande tenerezza nei confronti della famiglia, fino a quell’ultima sera, in cui disse a Bice e Carla: “Vorrei restare ancora un po’ con voi”.

Per la foto si ringrazia Massimiliano Monti

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