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Economia

Porto, via i silos: si liberano 33mila metri quadrati di spazi

Troppo costose le manutenzioni e traffici in diminuzione. La concessione dura un altro anno e mezzo e non sarà rinnovata. Confcommercio: «Nuove prospettive»

Lo skyline del porto è destinato a modificarsi con l'abbattimento dei grandi silon di cereali dove fanno bella mostra i murales di Blu ed Erikailcane. Saranno abbattuti, liberando uno spazio di 33mila metri quadrati La concessione demaniale scade fra un anno e mezzo (31 dicembre 2019) ma ci sono vari impedimenti alla loro permanenza. Intanto, il traffico, sempre più concentrato a Ravenna e Bari mentre «il porto di Ancona ha movimentato 217 mila tonnellate, con un trend negativo rispetto al 2016. Dal 1 gennaio ad oggi sono state movimentate solo 18.314 tonnellate» spiegano dall'Autorità portuale. La vetustà dei silos, che risalgono agli anni '60, imporrebbero per altro una loro costosa (7 milioni si è stimato) ristrutturazione. Quindi? «Le linee di indirizzo approvate dal Comitato di gestione delineano un processo di trasformazione degli spazi portuali essenziale per assicurare competitività e aumento dell’occupazione. Un percorso in cui amministrazioni, imprese, comunità sono chiamati ad essere protagonisti. L’Autorità di sistema continuerà a perseguire l’obiettivo di gestire il cambiamento che deriva da tale trasformazione sempre nell’ottica degli interessi generali, soprattutto per favorire la creazione di iniziative imprenditoriali e la nascita di nuovi posti di lavoro» aggiungono dall'Ap. 

Sono previsti percorsi di ricollocazione per i 12 dipendenti attualmente occupati in zona e un colloquio con Blu ed Erikailcane, i due writer che hanno firmato i grandi murales sui silos che si specchiano con la città. «La decisione dell’Autorità di sistema sui silos di Ancona, che prevede l’abbattimento delle strutture, è un’opportunità per la città da cogliere, sfruttare e sviluppare al massimo» commentano da Confcommercio Marche.«Una decisione che arriva direttamente da un’analisi di mercato perché questo tipo di attività si sta sviluppando in altri porti mentre nel nostro scalo sta andando in sofferenza.- dice il direttore generale di Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco – Ad Ancona questo segmento non rende più come prima perciò dobbiamo ragionare su altre attività ed economie che possono essere molto più produttive. Lo sviluppo di una nuova area portuale commerciale è un’occasione inoltre per aumentare e sviluppare il rapporto tra Ancona, la propria cittadinanza e il proprio scalo marittimo. In un’ottica imprenditoriale e con lo
sguardo al futuro, quell’area può essere un nuovo riferimento per la città anche sul piano
commerciale».

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