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Cgil: “Ecco i motivi delle imprese marchigiane che non assumono”

Il sindacato commenta i risultati dell'analisi Excelsior in riferimento alla discussione sul Jobs Act. Manzotti: "La presunta rigidità del mercato del lavoro italiano sembra non costituire ostacolo, come spesso viene fatto credere"

A proposito del dibattito sul Jobs Act e "alle fuorvianti ipotesi che attribuirebbero le ragioni dei problemi occupazionali e delle difficoltà delle imprese ad assumere, alla presunta rigidità del mercato del lavoro o persino alla difficoltà di licenziare senza giusta causa", la CGIL Marche rende noto quanto emerge nel 2013 dall’indagine “Excelsior” che l’Unioncamere promuove annualmente, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e con l’UnionEuropea, per ricostruire il quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali espressi dalle imprese.

Secondo tale indagine a campione, che è considerata una delle più ampie e complete disponibili in Italia, l’82,3% delle imprese marchigiane dichiarano di non prevedere assunzioni per motivi che principalmente riguardano: le aspettative di mercato (66,1%) e il calo e l’incertezza della domanda (23,3%). Complessivamente tra i motivi indicati dal 99,7% delle imprese, prosegue la Cgil, "non c’è alcun riferimento né al problema della rigidità del mercato del lavoro né tantomeno all’art.18; anche in considerazione del fatto che nelle Marche solo il 10,1% delle assunzioni avviene con contratti di lavoro a tempo indeterminato."

“Sono quindi altre le ragioni delle aziende che non assumono e prevalentemente sono legate all’incertezza di prospettiva, in assenza di investimenti pubblici, di politiche economiche espansive della domanda e di politiche industriali a sostegno dell’innovazione e della competitività internazionale”, dichiara Marco Manzotti, Cgil Marche.

“Allo stesso tempo – prosegue Manzotti - la presunta rigidità del mercato del lavoro italiano sembra non costituire ostacolo, come spesso viene fatto credere, all’attrazione di investimenti esteri, come testimoniano le sempre più frequenti acquisizioni da parte di investitori internazionali - in particolare Cinesi, Russi e Americani - di aziende marchigiane che rappresentano simboli prestigiosi del Made in Italy (Benelli, Isa Yacht, CRN–Ferretti Group, Nazareno Gabrielli, Poltrona Frau, Cucine Berloni, Indesit). Evidentemente chi intende investire punta ad altri fattori, a partire dalla qualità. Il problema semmai è quello di promuovere la competitività di sistema del territorio, affinché tali gli investimenti siano aggiuntivi e non semplicemente il risultato della "messa in vendita" delle eccellenze del patrimonio produttivo locale."

Motivi di non assunzione dichiarati dalle imprese marchigiane – indagine Excelsior 2013

L’attuale dimensione dell'organico è adeguata alle aspettative

66,1%

Attualmente la domanda è in calo/incerta

 23,3%

Eventuali assunzioni dipendono dall'acquisizione di nuove commesse

  6,6%

Presenza di lavoratori in esubero o in CIG

  2,9%

Impresa in ristrutturazione/trasferimento, liquidazione, cessazione

  0,8%

Altri motivi

   0,3%

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