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Indesit, tavolo nazionale il 3 luglio. Dagli operai una t-shirt per Vittorio Merloni: "Ci manchi"

Dopo le dichiarazioni dell'ad. di Indesit Marco Milani durante l'incontro al Mse, i lavoratori dell'impianto di Albacina si sono mobilitati ed hanno dato vita ad un presidio davanti ai cancelli

Il piano Indesit approda ad un tavolo di trattativa nazionale: appuntamento a mercoledì 3 luglio al MInistero dello Sviluppo Economico. E' l'esito dell'incontro di ieri fra il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, l'ad di Indesit Company Marco Milani e i presidenti delle regioni Marche e Campania, Gian Mario Spacca e Stefano Caldoro. 

Chi era presente alla riunione racconta di un clima che non é da "muro contro muro", ma anche che Milani ha ribadito che il piano di salvaguardia e razionalizzazione del gruppo in Italia è inevitabile. Spacca ha ringraziato il ministro per la "costante attenzione al problema", e ha chiesto al Governo un progetto nazionale di settore a sostegno del comparto degli apparecchi domestici e professionali che abbia il segno di una strategia di difesa attiva.

Indesit, più o meno questa la sintesi dell'intervento di Milani, è un forte esportatore dall'Italia, dove produce il doppio di quello che vende, e una volta attuato il riassetto continuerà ad esserlo. Gli apparecchi più innovativi, di alta gamma, e l'incasso per l'Europa occidentale continueranno ad essere prodotti in Italia, con 70 milioni di euro di investimenti destinati alle nuove piattaforme di prodotto. 

Spostando in Turchia e Polonia le sole produzioni 'non competitive' (tutto il settore del freddo) l'assetto industriale sarebbe sostenibile e messo in sicurezza. I 3 siti di Fabriano, Comunanza e Caserta rimarrebbero tutti operativi, con chiusure solo parziali (il building di Melano a Fabriano e quello di Teverola a Caserta). Quanto agli esuberi, Indesit non vuole procedere con licenziamenti ma con un piano di ammortizzatori sociali, rinnovando la disponibilità ad individuare insieme alle parti sociali soluzioni diverse a sostegno dell'occupazione dei lavoratori coinvolti.

Dopo le prime indiscrezioni sulle dichiarazioni dell'ad Milani, i lavoratori dell'impianto di Albacina si sono mobilitati ed hanno dato vita ad un presidio davanti ai cancelli. Da giorni del resto gli operai (1.425 gli esuberi annunciati, senza licenziamenti) scioperano nelle forme più creative: ieri a Melano e Albacina si erano fermati di 30 minuti in 30 minuti in base al mese di nascita, oggi lo faranno secondo il segno zodiacale.

Una t-shirt con la foto di Vittorio Merloni (ormai anziano e malato) e la scritta 'ci manchi' è l'ultima iniziativa di protesta degli operai della Indesit Company contro il piano di ristrutturazione dell'azienda (1.425 esuberi in Italia) confermato ieri dall'ad Marco Milani. Stamani alcuni lavoratori si sono presentati vestiti così ai cancelli delle fabbriche di Melano e Albacina, dando il cambio ai colleghi che avevano partecipato ai presidi notturni. Oggi nuovi scioperi a 'gatto selvaggio' lungo le linee di produzione, articolati per sesso, mese di nascita, segno zodiacale dei lavoratori, nell'ambito di una mobilitazione che prosegue a oltranza, in vista della prima riunione del tavolo ministeriale convocata dal ministro Flavio Zanonato per il 3 luglio. 

I MESSAGGI DEI SINDACATI A MILANI. Nel frattempo, Fim, Fiom e Uilm mandano un messaggio al management Indesit, citando un famoso discorso sulla responsabilità sociale dell'impresa pronunciato nel 1967 dal fondatore del gruppo elettrodomestico, Aristide Merloni: "There is no value in the economic succes of any industrial initiative if it is not also accompanied by a commitment to social progress". "I dirigenti parlano benissimo l'inglese ma di industria sanno poco, così lo aiutiamo noi" il commento del segretario regionale della Fim Cisl Andrea Cocco.

La proprietà di Indesit Company dia da subito indicazioni ai propri manager di ritirare il piano di riorganizzazione, al fine di preservare il lavoro, l'occupazione e il tessuto industriale del territorio e del Paese. La logica del maggior profitto non può passare sulla pelle di 1.425 lavoratori". Così una nota congiunta di Fiom, Fim e Uil della provincia di Ancona, diffusa dopo le dichiarazioni dell'ad di Indesit Marco Milani sull'"inevitabilità" del piano. "I lavoratori, unitamente ai loro rappresentanti sindacali - continua la nota - hanno deciso di inasprire le iniziative per far recedere Indesit dai suoi propositi. Continua lo sciopero articolato all'interno dei due siti produttivi di Melano e Albacina con presidi permanenti di fronte ai cancelli".

(fonte: ANSA)

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