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Economia

Consuma meno e resta “liquido”: ecco l’identikit del risparmiatore marchigiano

Il marchigiano risparmia meno dell'anno scorso, ma più della media nazionale; ha saputo mantenere quasi inalterata la propria ricchezza negli ultimi anni e preferisce concentrare le proprie finanze in attività liquide

Risparmiano meno dell’anno scorso, ma più della media nazionale; hanno saputo mantenere pressoché inalterata la propria ricchezza negli ultimi anni; prediligono concentrare le proprie finanze in attività liquide: sono queste le caratteristiche degli investitori marchigiani evidenziate dal primo Rapporto dell’Osservatorio del Risparmio promosso da UniCredit e Pioneer Investments. Lo studio, basandosi sui dati raccolti dal 1995 al 2011 e su indicazioni predittive per il 2012, fotografa la situazione del risparmio delle famiglie marchigiane, soffermandosi sulle tematiche complementari dei consumi e della ricchezza finanziaria.

CONSUMI. I consumi delle famiglie marchigiane appaiono nel 2012 in contrazione, segnando un -5% rispetto al 2011. Il dato appare peggiore rispetto alla media nazionale (-3,5%) e si distingue per la dinamica nella quale si inserisce. Nel 2011 nelle Marche si è registrata infatti una crescita del 2,8% rispetto al 2010, mentre a livello nazionale non emersero variazioni: questo mostra un’inversione di tendenza nell’andamento dei consumi regionali che, se confrontato col trend nazionale, evidenzia una significativa battuta d’arresto per le Marche nel 2012.
Sempre sul fronte dei consumi finali il totale della spesa in regione ammonterà a fine 2012, sulla base di indicazioni prospettiche, a 24.340 milioni di euro, pari al 2,6% della spesa totale nazionale. La spesa pro-capite annua nelle Marche si attesta a 18.400 euro circa, in linea con la media italiana (18.500 euro circa),  e non troppo distante dai livelli pre-crisi del 2007.

RISPARMIO. Il risparmio lordo pro-capite nelle Marche appare in calo nel 2012 (3.260 €) rispetto al 2010 (3.330 €), ma risulta comunque attestarsi su valori più alti rispetto alla media nazionale (2.270 €): per il 2012 infatti si prevede nelle Marche che ogni risparmiatore giunga ad accantonare il 43,3% in più di quanto fa un italiano medio, a riprova del fatto che localmente i redditi, pur in contrazione, rimangono superiori a quelli della media nazionale. Le ragioni di tale fenomeno vanno ricercate nella storica tendenza al risparmio della popolazione marchigiana che ha ridotto molto i consumi nel triennio 2010-2012 per contrastare il calo dei redditi.

RICCHEZZA. Per quanto concerne la ricchezza (intesa coma somma delle attività finanziarie) delle famiglie marchigiane si può notare come il valore pro-capite, negli ultimi anni, si sia mantenuto sostanzialmente costante: più nello specifico nel 2012 si registra un recupero (63.980 €) rispetto alla posizione del 2011 (63.100 €), quando invece si era registrato un calo rispetto al 2010 (64.040 €). Tali valori, per quanto inferiori alla media nazionale (nel 2012 la ricchezza pro-capite si attesterà a 70.970 €), mostrano comunque un trend di “tenuta” che si differenzia rispetto al calo riscontrato a livello Italia, dove il calo tra il 2010 e il 2012 toccherà il - 2,8% contro il -0,09% della regione.
Circa la ripartizione della ricchezza emerge come i risparmiatori marchigiani abbiano un approccio finanziario conservativo, mantenendo il 37,4% della propria ricchezza in attività liquide. Da rilevare che il 17,2% della ricchezza dei marchigiani è investita in azioni e  il 14,5% in obbligazioni.
 

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