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Fincantieri, incontro a Roma: il cantiere è salvo, gli esuberi no

Incontro a Roma, tra Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uil-Uilm, al tavolo del Ministero del Lavoro. Sul piatto il rebus della cassa integrazione, gli esuberi, il ricorso a prepensionamenti volontari e le strategie aziendali per il futuro del gruppo

Un incontro molto difficile quello di ieri a Roma, tra le principali sigle sindacali Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uil-Uilm, al tavolo del Ministero del Lavoro. Sul piatto, il rebus della firma al ricorso alla cassa integrazione e più in generale il futuro degli stabilimenti.
"Riconfermati tutti i siti del Gruppo; Fincantieri non chiuderà alcun cantiere e nessuna sede". Ha annunciato a margine il segretario nazionale della Uilm Mario Ghini. "Fincantieri - ha detto Ghini - ha presentato il piano di riorganizzazione del Gruppo che prevede un utilizzo medio di cassa integrazione straordinaria per 2.233 lavoratori per tutto il Gruppo".

L'ACCORDO. I numeri sono ancora quelli: 205 esuberi per il cantiere dorico, 1500 in tutto. Sugli 8 stabilimenti del gruppo - che resteranno tutti aperti - saranno distribuiti tra i 600 e i 1000 prepensionamenti volontari, mentre l'azienda "inietterà" nel settore di riferimento, la navalmeccanica nazionale, 102 milioni di investimenti.

I delegati Rsu di Fiom, Fim e Uilm della Fincantieri di Ancona - come riporta l'agenzia Ansa - non hanno firmato l'accordo separato, con la Fiom fuori, sul piano di riorganizzazione. Se dunque a livello nazionale Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl e Failms-Cisal hanno apposto la firma per garantire la cassa integrazione e i relativi ratei, ad Ancona i delegati Rsu hanno ribadito la contrarieta' agli esuberi prospettati dall'azienda e la necessità che prosegua la trattativa a livello locale.
 

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