Indesit, ok al nuovo piano: 79% di sì. Anche la Fiom sottoscrive
A risultati appena proclamati anche la Fiom ha annunciato la propria firma, pur mantenendo un giudizio negativo sui contenuti dell'intesa: "Giudizio dei lavoratori è sovrano"
Con il 79,3% di sì, e il voto positivo di tutte le fabbriche italiane del gruppo, i lavoratori di Indesit Company hanno approvato l'accordo sul nuovo piano di riorganizzazione, sottoscritto il 3 dicembre da Fim, Uilm e Ugl ma non dalla Fiom.
A risultati appena proclamati anche la Fiom ha annunciato la propria firma, pur mantenendo un giudizio negativo sui contenuti dell'intesa: ''abbiamo sempre sostenuto, alla Fiat, alla Indesit e in tante altre vertenze, anche in anni di divisione sindacale, che il giudizio dei lavoratori è sovrano e vincolante, dunque firmiamo'' ha dichiarato il segretario della Fiom delle Marche Giuseppe Ciarrocchi.
Soddisfatto l'Ad e presidente di Indesit Marco Milani: ''ora - annuncia - gli investimenti partiranno subito e ci permetteranno di ridisegnare quasi completamente la nostra gamma di prodotti e di rafforzare l'assetto produttivo del gruppo in Italia''.
Il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti sottolinea la capacità dei lavoratori di cogliere ''tutti i passi avanti compiuti nella lunga trattativa, che hanno determinato un netto cambiamento del piano industriale dell'azienda: radicamento italiano e investimenti in Italia per 83 milioni, produzioni all'estero che rientrano nel nostro Paese, azzeramento degli esuberi e messa in sicurezza dei lavoratori''.
LA TRATTATIVA. La trattativa era cominciata il 4 giugno con l'annuncio di 1.425 esuberi nei poli di Fabriano, Comunanza e Caserta. Si è interrotta più volte, e in questi mesi ha visto 130 ore di sciopero, blocchi stradali, manifestazioni nelle piazze, presidi sotto il ministero.
IL VOTO. Oggi Indesit e sindacati ritrovano un terreno di convergenza, sulla spinta di un voto quasi plebiscitario anche nelle fabbriche della protesta più radicale, come Melano (77,7% i sì) o Caserta (65,3%), mentre nello stabilimento di Comunanza il referendum passa con il 91,1%, e negli uffici di Fabriano e Milano supera l'86%. In base all'accordo non ci saranno esuberi (330 i pensionamenti).
LO SCENARIO. Indesit farà ricorso ad ammortizzatori sociali ''conservativi'', come contratti di solidarietà e Cig, impegnandosi a non licenziare nessuno per 5 anni. Produzioni che si fanno in Spagna, Polonia e Turchia torneranno in Italia: un punto questo che non convince la Fiom, che parla di produzione ''marginali: Melano ad esempio perde 400 mila piani cottura in cambio di alcune migliaia di piccoli forni a incasso''. Sullo sfondo, resta l'ipotesi di una partnership internazionale per Indesit, tuttora controllata dalla finanziaria della famiglia di Vittorio Merloni.
''L'accordo - commenta Gianluca Ficco della Uilm - crea i presupposti per cercare di superare la crisi e di traguardare una possibile ripresa, affidando a ciascun stabilimento italiano un missione produttiva''. Dal Governo ci si aspetta la convocazione di un tavolo di settore sul futuro dell'elettrodomestico.
(ANSA)