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Economia

Disoccupazione e precarietà nelle Marche: a tempo indeterminato meno di un'assunzione su dieci

Questo il quadro drammatico che emerge dai dati dell'Osservatorio Mercato del Lavoro della Regione, elaborati dall'IRES-CGIL Marche relativi agli avviamenti al lavoro registrati nei primi sei mesi del 2014

La crisi non accenna ad attenuarsi e continuano a peggiorare anche le condizioni di lavoro: a crescere, purtroppo, è solo la precarietà, tanto che nelle Marche meno di un’assunzione su dieci è a tempo indeterminato. Questo il quadro drammatico che emerge dai dati dell’Osservatorio Mercato del Lavoro della Regione, elaborati dall’IRES-CGIL Marche relativi agli avviamenti al lavoro registrati nei primi sei mesi del 2014.

Complessivamente, nel primo semestre dell’anno si sono registrati 130mila avviamenti al lavoro, sostanzialmente stabili rispetto allo stesso periodo del 2013 (che però si era chiuso con un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni  di 15.000 unità). Ma a preoccupare, scrive la Cgil, è soprattutto il continuo processo di precarizzazione del lavoro: le assunzioni a tempo indeterminato sono 11.950, in calo di 1.950 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e rappresentano solo il 9,2% del totale; dunque meno di un’assunzione su dieci avviene per un lavoro stabile.

Il contratto maggiormente utilizzato, informa sempre il sindacato, è il contratto a termine che interessa oltre la metà delle assunzioni  (55,6% delle assunzioni). Si tratta di una tipologia contrattuale in continua crescita (72.600 avviamenti a termine, ovvero 3.200 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) mentre la durata media dei contratti è sempre più breve: lo scorso anno 57.800 contratti di lavoro avevano una durata inferiore a un mese, la metà dei quali durava meno di quattro giorni.
Cresce anche il ricorso al contratto di somministrazione (14,2% del totale degli avviamenti) mentre diminuisce il lavoro intermittente (6,4% del totale) e il lavoro parasubordinato (5,7% del totale). Stabile il lavoro domestico (4,5%).

L’apprendistato, che secondo le varie riforme del mercato del lavoro avrebbe dovuto essere la principale forma di ingresso nel mondo del lavoro per i giovani, rappresenta il contratto meno utilizzato (4,5% delle assunzioni). Il ricorso al contratto di apprendistato risulta in leggera crescita, ma troppo spesso ad esso vengono preferiti altri strumenti quali i tirocini formativi, il cui utilizzo nasconde troppo spesso vere e proprie forme di lavoro irregolare e non tutelato che penalizza soprattutto i giovani.

In crescita esponenziale è anche il ricorso al lavoro occasionale e accessorio e l’utilizzo del voucher. Nel 2013, i voucher riscossi nelle Marche sono stati oltre 919 mila e hanno interessato oltre 20.000 lavoratori.  

“Questi  numeri descrivono un sistema produttivo frantumato dagli effetti della crisi – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche - e un mercato del lavoro stravolto da molteplici riforme a senso unico, che hanno solo moltiplicato la precarietà. Sono dati che ci parlano della condizione ormai insostenibile per migliaia di lavoratori e lavoratrici. Non a caso, tra le richieste della Cgil al Governo c’è proprio l’eliminazione delle eccessive forme contrattuali così da ridurre la precarietà”.

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