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Economia

Commercio in crisi, allarme CNA: “Niente risorse da investire”

Nel 2013 nel territorio della provincia si sono perse altre 60 imprese. Riccardi: "Chiediamo alle istituzioni di tutti i livelli di mettersi in un unico tavolo e di lavorare a favore delle imprese"

E’ evidente l’aggravarsi della crisi delle imprese del commercio: nel 2013 nel territorio della provincia si sono perse oltre 60 imprese (il totale imprese attive è ora di circa 3.400). Ma lo si deduce a chiare lettere anche dall’indagine della Cna, che ha intervistato un campione di 100 imprese della provincia di Ancona. Il campione è composto da negozi alimentari, di abbigliamento e pubblici esercizi.

“E’ molto importante – spiega Andrea Riccardi, responsabile provinciale Cna Commercio e Turismo – continuare a monitorare l’andamento dell’economia locale nel tempo, dato il perdurare dello stato di forte difficoltà. Per questo motivo diamo grande valore alle indagini del nostro Osservatorio che sono in grado di fotografarci lo stato della situazione, per permetterci di elaborare le proposte mirate da rivolgere alle istituzioni competenti”.

E’ Giovanni Dini, direttore del Centro Studi Sistema Cna, a riassumere i dati di questa indagine: “Nel corso del 2013 il fatturato è cresciuto solo per il 9,3% delle imprese intervistate, calato per il 60%. Va peggio per il settore abbigliamento (oltre 70% di casi in calo), stabile la situazione per gli esercizi alimentari. Costi in aumento per quasi il 90% delle imprese intervistate. L’80% ha dichiarato che il personale è stabile”.

“Se diamo uno sguardo specificatamente alla situazione del capoluogo di regione – continua Dini – i dati sono peggiori. Infatti il 75% del campione dichiara fatturato in calo, mentre addirittura  la quasi totalità del campione lamenta un aumento dei costi. Per quanto i saldi, sempre nella città di Ancona, nessun cambio di rotta auspicato: diminuzione delle vendite o stabilità, rari i casi di aumenti di vendite”.

Anche a livello provinciale, per quanto riguarda l’andamento dei saldi, dati purtroppo negativi: più della metà del campione ha riscontrato un calo nelle vendite rispetto ai saldi dell’anno precedente, solo un 5% ha parlato di aumenti.
“Tra le principali cause di diminuzione del fatturato – aggiunge Andrea Riccardi – gli intervistati indicano il calo dei consumi, subito seguito dal calo dei redditi familiari e solo a grande distanza la concorrenza, che fino a pochi anni fa era considerata al primo posto, soprattutto verso i grandi centri commerciali. In ultima analisi gli intervistati indicano l’aumento dell’Iva”.

“La crisi si combatte anche con gli investimenti – continua Riccardi – eppure dalla nostra indagine si evince che solo un terzo delle imprese campionate ha agito in questa direzione. Ciò fa capire chiaramente che è urgente un intervento mirato da parte delle pubbliche istituzioni e delle banche, che ridia aspettative alle imprese e rilanci i consumi, proprio perché gli imprenditori non hanno più risorse da investire. Nel 2013 ha avuto difficoltà nel rapporto con le banche il 42% delle imprese intervistate con punte del 50% nel settore abbigliamento”.

L’indagine Cna evidenzia anche un atteggiamento di pessimismo per quanto riguarda le aspettative per il 2014, anche se gli imprenditori auspicano comunque stabilità o ripresa. “Le condizioni per ridare ossigeno al commercio – conclude Riccardi – possono esserci, specie in un territorio come quello della provincia di Ancona dove l’ossatura imprenditoriale è ancora forte. Per questo, e alla luce di tali dati, chiediamo alle istituzioni di tutti i livelli di mettersi in un unico tavolo e di lavorare a favore delle imprese”.

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