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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Crisi: continua la stagnazione, le famiglie tagliano ancora la spesa domestica

Dini, CNA Marche: "Tendenza a sacrificare alimenti deperibili e a rischio di spreco a vantaggio di prodotti a media e lunga conservazione". Ad Ancona lieve aumento delle imprese, ma il fenomeno non è strutturale

Le ultime statistiche Istat sull’andamento del commercio al dettaglio a livello nazionale non sono positive: a maggio le vendite al dettaglio sono calate dell'1,1% rispetto allo stesso mese dell'anno prima e così il calo dei primi cinque mesi del 2013 raggiunge quasi il 3%.

“Attraverso uno studio condotto dal nostro Osservatorio – spiega Andrea Riccardi responsabile provinciale CNA Commercio e Turismo – a livello nazionale risulta che sono in calo quasi tutti i settori del commercio al dettaglio, come l’abbigliamento, le calzature, gli elettrodomestici, la cartoleria, i giornali, i giocattoli ed i farmaci. E’ stabile la profumeria, crescono lievemente gli alimentari ed aumentano di molto le vendite di articoli informatici. Secondo l’Istat la crisi colpisce le vendite nelle imprese operanti su piccole superfici (-2,3%), mentre nella grande distribuzione si accenna a un lieve recupero (+0,3%)”.

Secondo l’indagine della CNA, i consumi continuano ad essere in calo e si registrano da parte delle famiglie tentativi di economizzare ulteriormente la spesa giornaliera.
“L'ultima indagine Ismea Gfk-Eurisko – continua Giovanni Dini Direttore Centro Studi Sistema CNA Marche – evidenzia che nei primi 5 mesi del 2013 si è registrato un calo complessivo dei consumi alimentari domestici dell'1,5% rispetto allo stesso periodo 2012, con una flessione più marcata tra i prodotti freschi come frutta (-3,8%) e carne bovina naturale (-5,1%), a indicare come le famiglie italiane tendano a sacrificare alimenti deperibili e a rischio di spreco a vantaggio di prodotti a media e lunga conservazione”.

Entrando nel contesto marchigiano, nonostante tra il primo e il secondo trimestre del 2013 le imprese del commercio registrate nella provincia di Ancona siano in aumento (+ 30 nuove imprese), si deve specificare che tale aumento riguarda in buona parte il commercio ambulante. Inoltre, le imprese registrate alla Camera di Commercio della provincia di Ancona si configurano non come indicatore di una ripresa delle opportunità di mercato, ma come fenomeno casuale e transitorio.

“A supporto di tale sensazione – precisa Giovanni Dini – il capoluogo di regione non registra variazioni di imprese nel commercio al dettaglio, se non di quelle ambulanti, mentre se andiamo ad analizzare il resto del comprensorio, notiamo che, la scarsa crescita dei commercianti al dettaglio nei principali centri della provincia, conferma che il fenomeno dell’aumento delle imprese registrate è solamente casuale”.  
Le statistiche storiche possono aiutare a capire cosa sta succedendo: se si considerano le variazioni delle imprese registrate negli ultimi 18 trimestri, si vede che il numero delle imprese registrate tende sempre tra il primo e il secondo trimestre dell’anno a salire e il 2013 non fa eccezione.

“Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente – conclude Andrea Riccardi – mostra che quest’anno il commercio al dettaglio della provincia di Ancona continua a perdere imprese, nonostante la modesta crescita registrata tra il I e il II trimestre 2013”.
 
Anche i dati relativi alle imprese dei servizi di alloggio e ristorazione non devono trarre in inganno sull’eventualità o meno che sia in atto una fase di ripresa: tra il primo e il secondo trimestre 2013 le imprese registrate in questi settori aumentano di 45 unità, tuttavia, due terzi di tale andamento è da ricondurre alla crescita delle attività di ristorazione ambulante, le cui dinamiche sono probabilmente da ricondurre alla stagione estiva e quindi a fattori di natura stagionale.

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