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Economia

Coldiretti Marche: quei cinghiali da 5mila euro al giorno

Nel mirino il ritardo della Regione sul regolamento per la gestione dei cinghiali e "la lobby di quei cacciatori di cinghiali che hanno interesse a non diminuire la presenza dei selvatici"

“I ritardi della politica, che ha tenuto per cinque mesi nel cassetto il regolamento per la gestione dei cinghiali, costano oltre cinquemila euro al giorno agli agricoltori marchigiani, per un conto che da luglio ha già raggiunto gli 800mila euro”.
L’accusa viene dalla Coldiretti, dopo che la terza Commissione del Consiglio regionale delle Marche ha iniziato l’esame del documento per la gestione degli animali selvatici. Un provvedimento legato alla nuova legge sulla caccia varata a luglio, ma sino ad oggi tenuto fermo, "favorendo così lo status quo e, conseguentemente, la lobby di quei cacciatori di cinghiali che hanno interesse a non diminuire la presenza dei selvatici".
Nel frattempo, denuncia Coldiretti Marche, i selvatici hanno continuato a devastare le colture, facendo salire il conto dei danni, per non parlare del problema degli incidenti stradali.

Il ritardo accumulato è costato circa 800mila euro e sta impedendo di programmare le necessarie opere di prevenzione anche per le altre specie che, cresciute oltre misura, minacciano le colture, dall’istrice al daino, fino ai piccioni. "Al Consiglio sono state presentate alcune proposte - proseguoni gli agricoltori - a partire dalla gestione dei cacciatori, cui è demandata la funzione di ridurre il numero degli animali, sino ad oggi totalmente disattesa".
Coldiretti chiede di multare le squadre che alla fine dell’anno non abbiano raggiunto l’obiettivo della presenza di massimo cinque cinghiali ogni 100 ettari (ridotti a zero nelle zone a maggior presenza di colture a seminativo), ma anche di farle turnare, "evitando che le stesse persone gestiscano sempre la stessa parte di territorio, finendo per trasformarlo in una vera e propria riserva".
Secondo Coldiretti anche gli agricoltori proprietari o gestori del terreno devono essere abilitati alla gestione dei cinghiali, mentre i contributi economici incamerati dagli Atc (Ambiti territoriali di caccia) debbono essere destinati alle spese di prevenzione e per i risarcimenti dei danni causati all’agricoltura.
 

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