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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Pieno sostegno dalla Cna sul tema "rinnovabili". «Ma priorità a tetti, aree pubbliche e aree industriali»

Condivisa la posizione dell’assessore regionale Andrea Maria Antonini nel perseguire la transizione energetica e di abbandonare con gradualità le fonti fossili, ma salvaguardando terreni e posti di lavoro in passato tolti all'agricoltura

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

CNA Ancona e CNA Marche condividono la posizione sul decreto sblocca-rinnovabili, sostenendo con forza la posizione dell’assessore regionale Andrea Maria Antonini sull’obiettivo del governo centrale di perseguire la transizione energetica e di abbandonare con gradualità le fonti fossili, ma ha anche espresso le sue perplessità sull’idoneità delle aree agricole per la costruzione di grandi centrali fotovoltaiche a terra. «Gli obiettivi ambiziosi che il nostro paese ha fissato per il 2030, data non troppo lontana ma che consente alle aziende del settore di avere il giusto tempo per organizzarsi e crescere in maniera sana e sostenibile, sono raggiungibili anche senza sottrarre al territorio regionale delle aree che è meglio restino destinate alla crescita della filiera del food, sulla quale giustamente la regione sta investendo», sostiene in una nota stampa Elisabetta Grilli, referente CNA Ancona per il progetto Sostenibilità.

«La presenza di centrali fotovoltaiche, anche di grandi dimensioni – prosegue – deve essere compatibile con la possibilità di svolgere in via prioritaria le normali attività agricole: un impianto a fonti rinnovabili che consuma territorio ha un impatto negativo e non può essere considerato “sostenibile”, e purtroppo già si stanno vedendo le prime autorizzazioni alla costruzione di “impianti agri-voltaici” che di “agri” hanno ben poco! Siamo memori di quanto è avvenuto un decennio fa con gli incentivi in “conto energia” e non vogliamo che accada di nuovo: terreni (e posti di lavoro) tolti all’agricoltura ed utilizzati per investimenti speculativi di pochi operatori, soldi pubblici che hanno riempito le casse di investitori esteri, appalti affidati a prezzi irrisori a discapito della sicurezza dei lavoratori e nessuna ricaduta di lungo periodo per il tessuto sociale ed imprenditoriale regionale».

Nella visione della CNA, la partenza deve avvenire dall’utilità sociale e dalle imprese locali. «Abbiamo ben chiara la portata rivoluzionaria della nuova regolazione di settore – continua il comunicato – che premia la condivisione dell’energia e promuove l’autoconsumo: lo sblocca-rinnovabili dovrà aprire la strada alla costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e dei Gruppi di Autoconsumo, grazie ai quali i Comuni, le imprese ubicate nelle aree industriali, i condomìni ed i singoli cittadini potranno aggregarsi e collaborare per costruire impianti a fonti rinnovabili “comuni”, meglio se con accesso privilegiato agli incentivi che sono previsti sia a livello nazionale che regionale.

La nostra visione non può che essere quella di promuovere la centralità della proposta di un impianto fotovoltaico su ogni tetto utile e, quando il tetto non c’è o non è disponibile, di agevolare la partecipazione inclusiva ai progetti di condivisione di energia “pulita”. In questo scenario le imprese artigiane hanno una vocazione naturale a diventare il principale punto di riferimento per l’attuazione di questo cambiamento epocale: conoscono gli impianti e gli immobili perché li hanno realizzati o semplicemente perché si occupano della loro manutenzione, parlano ogni giorno con gli imprenditori, con gli uffici tecnici dei comuni e con gli amministratori dei condomini, ne conoscono le esigenze e le difficoltà».

CNA Ancona ha recentemente costituito un team per supportare le imprese associate a cogliere le nuove opportunità offerte dal “green deal” e dalla nuova regolazione comunitaria. «Il ruolo che si è data CNA Ancona – conclude Grilli – è quello di accompagnare gli associati ad assumere questo ruolo di capofila, grazie ad un supporto concreto negli aspetti amministrativi e burocratici che si renderanno necessari per la creazione di queste aggregazioni e per l’accesso agevolazioni pubbliche e che spesso rappresentano l’unico vero ostacolo alla diffusione di massa di iniziative legislative virtuose. Il primo passaggio fondamentale è però quello di informare in modo corretto tutti gli stakeholders, in particolare le comunità dei cittadini e degli imprenditori, per evitare che – anche questo è un film già visto – i grandi operatori si presentino con formule commerciali molto accattivanti nella forma ma poco utili ai consumatori finali e penalizzanti per le imprese locali.

CNA Ancona ha già avviato l’attività di divulgazione, partecipando ad eventi su invito, ma a breve lancerà veri e propri momenti formativi rivolti agli associati ed ai tecnici, sia che si tratti di progettisti che di impiegati degli uffici comunali. Per CNA la sostenibilità energetica ed ambientale è un’imperdibile occasione di sviluppo e di crescita economica per le imprese associate e per i territori della regione in generale. Non a caso la Cna è tra i firmatari del protocollo di intesa della regione Marche finalizzato a sostenere la diffusione delle comunità energetiche e partecipa ai lavori del tavolo tecnico dedicato al loro monitoraggio».

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