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Economia

Artigianato: 2013 anno di stagnazione, ma le imprese reagiranno

Quasi la metà delle imprese si trova in ridimensionamento e quasi l'altra metà in stagnazione. Sorrentino: "Le PMI sanno trovare risorse per mettere in campo tattiche differenziate, adattandosi alla mutata situazione"

La tempesta continua: il 2013 sarà l’anno della stagnazione. Lo dice un’indagine approfondita che la Cna ha commissionato al Censis su un campione nazionale di 450 imprese con meno di 50 addetti.

E se è vero che ne emerge a chiare lettere che quasi la metà delle imprese si trova in via di ridimensionamento e quasi l’altra metà in fase di stagnazione (con solo l’8% che dichiara di trovarsi “meglio”), è anche vero che è possibile tracciare la via per mettere in pratica le strategie utili per resistere e tornare a crescere.

“Non è un ottimismo da sognatori – mette subito in chiaro Marzio Sorrentino, vice direttore Cna Provinciale Ancona – poiché abbiamo analizzato attentamente i dati dai quali si evince che sicuramente piccole e piccolissime imprese sono costrette a stringere la cinghia, ma al contempo sanno trovare risorse per mettere in campo tattiche differenziate, adattandosi alla mutata situazione”.

E’ dalle buone prassi che si deve prendere esempio: l’indagine commissionata dalla Cna mette infatti in chiara luce che tra le imprese che dichiarano di essere in ripresa o in crescita hanno prevalso negli ultimi tre anni scelte che andavano nella direzione di una ristrutturazione interna e di una revisione dei processi e delle mansioni lavorative, ma anche indicative di una forte volontà di investire su professionalità nuove. E non è un caso che tra le imprese che vivono una stagnazione o sono in crisi, tali misure sono state marginali o assenti, avendo prevalso logiche “conservative”.

“Risulta vincente, in particolar modo – continua Sorrentino – lo spirito collaborativo ma anche la ricerca di nuove figure a medio-alta qualificazione e specializzazione”.

Già da qualche tempo la Cna provinciale di Ancona, unitamente a Consulteam, la società del sistema Cna che si occupa di consulenza avanzata alle imprese, ha avviato un “laboratorio” per affiancare le pmi che vogliono definire una strategia di ripresa e nello svolgimento di questa attività è emerso quanto sia importante puntare sulla difesa della qualità artigiana delle produzioni e dei servizi, sul miglioramento della gestione economico-finanziaria, sulla ricerca di nuovi mercati (internazionalizzare senza delocalizzare).

“Le imprese devono puntare su quello che sanno far bene – spiega il vice direttore provinciale Cna – con un occhio sempre attento all’innovazione di processo”.

Qualche dato per confermare queste affermazioni: se il 38,6% delle imprese è stata costretta dalla crisi a ridurre il proprio organico, c’è un 33% che è riuscito comunque ad assumere nuovo personale; le imprese più piccole (da 1 a 4 addetti) soffrono di più, nelle aziende più grandi la quota di sofferenza scende drasticamente (da 46,8 a 26,2%). Il 40% delle imprese intervistate riesce ad intravedere per l’anno appena iniziato, spiragli di fiducia.

“A queste ultime – conclude Sorrentino – dobbiamo guardare come esempio. Sono non solo riuscite a sopravvivere, ma hanno messo in pratica buone prassi che hanno loro consentito di adeguarsi alla situazione e di continuare a crescere”. 

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