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Economia

“Rendicontiamo Ancona”, oltre 562 milioni nel quadriennio per gli investimenti pubblici

I dati sono stati forniti dal presidente Luca Ceriscioli, nel corso di una conferenza stampa presso Palazzo Leopardi

Superano i 562,9 milioni di euro gli investimenti pubblici realizzati dalla Regione Marche, tra il 2015 e il 2019, nella provincia di Ancona. Oltre 527,2 milioni hanno riguardato i settori amministrativi ordinari, mentre 35,6 sono stati i milioni utilizzati per la ricostruzione post sisma. I dati sono stati forniti dal presidente Luca Ceriscioli, nel corso di una conferenza stampa presso Palazzo Leopardi. A livello regionale sono stati impiegati 3 miliardi e 19 milioni di euro, di cui 2,45 miliardi di risorse nazionali e regionali, la rimanete parte di derivazione europea (201 milioni del Fesr – Fondo sviluppo regionale – 346,7 milioni del Feasr - Sviluppo agricolo e rurale – 14,7 milioni del Feamp – Pesca).

«Rendicontiamo quattro bilanci della Regione, dove si registra indubbiamente un’incidenza significativa dei fondi sisma, che hanno raddoppiato la quantità delle risorse, ma comunque parliamo di cifre importanti anche al netto di questo importo – ha detto il presidente Luca Ceriscioli – Cifre importanti perché hanno finanziato una mole notevole di investimenti che vanno a superare problemi e criticità segnalate dal territorio, delineando un percorso di sviluppo partecipato e condiviso”. Il presidente ha rilevato che “sono investimenti favoriti senza creare deficit, dal momento che, nel quadriennio esaminato, il debito regionale si è ridotto del 30 per cento e abbiamo diminuito le tasse». Ceriscioli ha ripercorso alcuni interventi favoriti: «Nella provincia di Ancona l’incidenza dei fondi sisma è stata molto bassa, perché il terremoto ha interessato principalmente l’area del Fabrianese. La gran parte delle risorse regionali è andata ai territori, come nel caso della banda larga che ha coinvolto soprattutto l’entroterra, fornendo un’opportunità di sviluppo alle imprese e ai cittadini, grazie ai servizi tramite internet. Come pure le risorse per la difesa del suolo, in maggior parte dirottate verso punti di criticità storica, rappresentati dagli investimenti sul Misa, sulla zona dell’Aeroporto di Falconara o del fiume Aspio. Anche nell’Anconetano, come nel resto delle Marche, sono risorse che permettono di ripartire dopo il sisma, di riqualificare e mettere in sicurezza il territorio, di rafforzare la coesione sociale (sanità e scuole), di sostenere lo sviluppo attraverso le connessioni».  Ceriscioli ha quindi sottolineato che «al netto della dotazione sisma, la provincia di Ancona ha ottenuto l’importo ordinario pro capite più alto, ospitando il capoluogo regionale che fornisce servizi per tutta la comunità marchigiana. Indubbiamente manca un sistema nazionale di regole efficaci per trasformare le risorse in spesa, per velocizzare gli investimenti. Basterebbe applicare il Decreto Genova al Paese, prevedendo l’utilizzazione delle soglie Ue invece di quelle nazionali: questo, da solo, faciliterebbe la realizzazione delle opere pubbliche».

Il dettaglio degli investimenti pubblici, fornito dal presidente Ceriscioli, segnala 176,9 milioni destinati a potenziare le connessioni, mentre l’edilizia ha beneficiato di 319,8 milioni e la difesa del territorio di 66,1 milioni. Il capitolo delle “connessioni” vede 113,3 milioni riconosciuti alla manutenzione delle strade. Al Trasporto pubblico locale sono andati 7,3 milioni per il rinnovo del parco automobilistico e 5,3 per quello ferroviario. Le infrastrutture portuali hanno beneficiato di 3,5 milioni, le ciclovie di 11,7 milioni, la depurazione delle acque di 9,4 milioni. Significativi gli investimenti nella banda ultra larga che hanno potuto contare su 23,3 milioni conferiti dalla Regione. L’edilizia che ha registrato la quota maggiore di finanziamento è stata quella sanitaria (197,6 milioni), seguita da quella scolastica (71,6 milioni) e residenziale (36,8 milioni). La valorizzazione del patrimonio culturale e turistico ha potuto contare su 10,8 milioni. La salvaguardia del territorio ha visto assegnati 36,8 milioni per la prevenzione del rischio idrogeologico, seguiti dai 20,9 milioni destinati alla difesa della costa e dei litorali, oltre a 8,2 milioni per la gestione degli eventi alluvionali.

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