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Cronaca Osimo

Vive in una casa popolare, ma è titolare di un'impresa milionaria

Viveva da più di 20 anni in una casa popolare nel Comune di Osimo, ma in realtà era il titolare di una vera e propria impresa internazionale con un giro d'affari di circa 21 milioni di euro mai dichiarati al fisco

Viveva da più di 20 anni in una casa popolare nel Comune di Osimo, beneficiando anche di contributi e prestazioni sociali agevolate, ma in realtà era il titolare di una vera e propria impresa internazionale – con tanto di sito web – che aveva realizzato, in nove anni di attività, un giro d’affari di circa 21 milioni di euro, completamente sottratti ad ogni tipo di controllo o tassazione fiscale.

Questo particolare “capitano d’industria” è un cittadino di origini nigeriane, che da un ventennio si era stabilito nella città dell’anconetano. Sulla carta l’uomo era il titolare di una ditta individuale – la cui sede coincideva con l’abitazione privata – che si occupava di commercio all’ingrosso di combustibili per riscaldamento, con un volume d’affari dichiarato di poche migliaia di euro.

A un certo punto, però, il nigeriano viene fermato all’aeroporto di Malpensa, mentre sta per imbarcarsi per la Nigeria: in valigia ha 41mila dollari americani e 6mila euro non dichiarati. Questo attira l’attenzione della Guardia di Finanza, che decide di approfondire i controlli sull’uomo e sulle sue attività.
Le indagini successive permettono alle Fiamme Gialle di scoprire l’impresa straniera, la sua sede europea (appunto l’appartamento di Osimo, come pubblicizzato anche sul sito internet) e i densi rapporti commerciali intrattenuti con diversi partner UE come Germania, Olanda, Belgio, Italia, Spagna e Grecia.
Il centro nevralgico era dunque proprio Osimo, dove era stabilito l’effettivo centro decisionale per l’espletamento delle attività commerciali gestite dal solo cittadino extracomunitario, che provvedeva da solo a tutta la gestione amministrativa e contabile.

Controlli incrociati eseguiti dai militari in tutti i paesi europei permettono di portare alla luce gli oltre nove anni di attività, dal 2003 al 2011, durante i quali la società ha conseguito un giro d’affari medio annuale di oltre 2 milioni di euro, e di ricostruire, anche mediante il ricorso alle indagini finanziare sui numerosi conti correnti individuati, un totale complessivo di oltre 21 milioni di euro di base imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte dirette.

Il responsabile dell’impresa è stato segnalato all’A.G. di Ancona per omessa presentazione della dichiarazione fiscale, ma non solo: l’uomo dovrà anche rispondere degli 8mila e 500 euro incassati in maniera fraudolenta grazie alla presentazione di dichiarazioni contenenti dati non veritieri, avendo omesso di indicare le disponibilità finanziarie in suo possesso ed avendo comunque dichiarato redditi notevolmente inferiori a quelli realmente percepiti e constatati.

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