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Cronaca Castelbellino

Stupro a Castelbellino: 3 ore da incubo per la giovane vittima di 23 anni

Sulla vicenda ci sono molti fatti ancora da accertare. Secondo un prima ricostruzione degli inquirenti, la ragazza avrebbe trascorso ore in compagnia dell'uomo senza problemi. Infatti i due si conoscevano già da tempo

L’avrebbe violentata per 3 ore. E’ questo l’arco temporale in cui, secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, il 31enne di Castelbellino avrebbe stuprato una ragazza 23enne di Osimo, lo scorso martedì sera. Va detto che non è certo che sia durata esattamente tre ore la violenza carnale. Ma tanto è passato dal momento in cui la ragazza ha rifiutato il 31enne (quando forse erano ancora in auto) fino all'intervento delle forze dell’ordine. In ogni caso 3 ore da incubo per la giovane osimana, fino a quando non è scattato il blitz congiunto di carabinieri di Osimo e Jesi, che sono piombati in casa dello stupratore, cogliendolo in flagranza di reato. Adesso l’uomo è stato arrestato e dovrà rispondere di sequestro di persona e violenza sessuale. Una violenza che sarebbe stata comprovata anche dopo le prime analisi fatte dai medici del pronto soccorso di Jesi, che hanno visitato la ragazza quando, ancora sotto choc, è stata portata in ospedale. 

Sulla vicenda ci sono molti fatti ancora da accertare. Secondo un prima ricostruzione degli inquirenti, la ragazza avrebbe trascorso diverse ore in compagnia dell’uomo senza nessun problema. Infatti i due si conoscevano già da prima. Tanto che nel pomeriggio lei sarebbe salita in auto con lui, che si è diretto verso casa sua nello jesino. Quello che è successo dopo è ancora avvolto in un cono d'ombra su cui i carabinieri, coordinati dal pm Mariangela Farneti, vogliono fare chiarezza. Quel che è certo è che, ad un certo punto, la vittima è riuscita a mandare un sms di aiuto al padre che si è subito rivolto ai militari. Ma il cellulare della ragazza nel frattempo sarebbe stato spento. Attimi di panico fino a quando qualcuno (vicino alla vittima) non avrebbe suggerito il nome del 31enne jesino. Così, grazie a delle particolari tecnologie investigative, i militari hanno rintracciato il segnale del cellulare dell'uomo e gli sono piombati in casa, mentre ancora si stava consumando lo stupro.

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